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Venerdì 26 Novembre 2004 - Libertà

Saggi e contributi storici di rilievo

Negli atti della giornata di studi i rapporti tra Piacenza e Oriente

Gli atti della Giornata di Studi, editi dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, presentati ieri, nell'incontro coordinato da Pierre Racine, contengono saggi più generali sulla situazione politico-economica ed ecclesiastica piacentina tra X e XI secolo e sulla diffusione delle traslazioni di reliquie e corpi di santi, oltre a contributi più specifici sul rapporto tra Piacenza e l'Oriente mediterraneo nell'alto Medioevo, sulle vicende biografiche delle sei sante Giustina ricordate dal martirologio romano (per far luce sull'identità della martire venerata a Piacenza), sulla drammatica figura dell'antipapa Giovanni Filagato, che forse ebbe un ruolo determinante per l'arrivo in città dei sacri resti della santa. I contributi, introdotti dal presidente della Fondazione Gian Carlo Mazzocchi, sono di: Gigliola Soldi Rondanini (anche curatrice del volume), Pierre Racine, Paolo Tomea (con un'ampia bibliografia ragionata), Paolo Golinelli, Luigi Canetti e Domenico Ponzini. Nonostante l'argomento e l'arco temporale trattati possano far pensare ad una difficile pubblicazione riservata a specialisti, in realtà i relatori del convegno hanno cercato di coniugare la veridicità storica ad un taglio accessibile e divulgativo. Del resto, gli eventi esposti hanno più di un tratto romanzesco, che si ritrova ad esempio nelle rocambolesche vicissitudini degli spostamenti, quando non del vero e proprio commercio, delle reliquie. Una realtà che sarebbe progressivamente "esplosa", dopo il sacrilego saccheggio delle aree cimiteriali romane ad opera di Astolfo nel 756. Secondo la tesi di Golinelli, la devozione dei piacentini si sarebbe rivolta inizialmente a Santa Giustina di Padova (a lei sarebbe stata intitolata la chiesa sorta nei pressi dell'attuale cattedrale), al cui culto solo verso il 1000 si sarebbe sostituito quello di Giustina di Antiochia (detta anche di Nicomedia, dal luogo del martirio), in seguito alla traslazione dei resti di quest'ultima da Roma a Piacenza. Chi fu l'artefice dell'evento? Secondo la Soldi va indagato il ruolo del monastero di S. Giulia di Brescia, con dipendenze nel Lucchese lungo la Via Francigena. Secondo altri, il "benefattore" fu Giovanni Filagato, originario di Rossano Calabro, la città di san Nilo, legata alla cultura greco-bizantina. Uomo ambizioso, Giovanni Filagato, abate della potente abbazia di Nonantola, guidò la Diocesi piacentina dal 988 al 997, quando usurpò il trono pontificio. La vendetta su di lui sarà spietata (venne torturato e mutilato), ma nel 998, appena dopo la sua destituzione, sarebbe riuscito a consegnare le preziose reliquie alla delegazione piacentina.

(a.a.)

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