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Domenica 4 Ottobre 2009 - Libertà

«In fuga dai bulli», l'Sos dei ragazzi

Ma anche l'alcol e le relazioni familiari tra i problemi degli adolescenti

Insieme al rapporto con l'alcol (e con le droghe) e alle relazioni familiari il bullismo finisce dritto al centro dei problemi degli adolescenti piacentini.
Un dato emerso già in precedenti ricerche sull'adolescenza di casa nostra e confermato dall'ultima indagine, stavolta sui più giovani (11-13 anni), condotta su un campione di 200 soggetti dall'associazione Abracadabra di San Nicolò. Secondo la quale i problemi rilevanti per i ragazzi interrogati sono il bullismo (19 per cento), l'alcol (13 per cento) e i problemi familiari (9 per cento).
Ma non ci sono solo ombre che oscurano il quadro della gioventù biancorossa, a cui ieri lo Svep di Piacenza ha dedicato un articolato convegno a più voci alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dal titolo eloquente ("Gli adolescenti tra agio e disagio"). Con il vice presidente del Centro servizi per il volontariato Benito Castellani e gli assessori Giovanni Castagnetti (Comune) e Pierpaolo Gallini (Provincia) hanno fatto ascoltare la loro voce due esperti delle tematiche educative del calibro di Pierpaolo Triani, docente piacentino dell'Università Cattolica, e Franco Floris, direttore della rivista Animazione Sociale.
Paure e fragilità dunque, tra i nostri ragazzi, ma anche buone ragioni per essere ottimisticamente sereni: perchè, ci dicono gli esperti, i giovanissimi piacentini stanno bene in famiglia, cercano sicurezza, e credono in sè. Il rischio di questo quadro è che, fatalmente, esso si stagli in un orizzonte troppo angusto.
Riassume Floris il senso del titolo, agio e disagio: «Il 60-70 per cento dei ragazzi vive nell'insieme situazioni positive di agio. Non che i problemi siano assenti, ma vengono vissuti con fiducia, con scambio con gli adulti e sostegno dei pari, e questo è buono. Ma esiste anche una certa fascia che dà segni di fatica, legata o ad un eccesso di protezione degli adulti, che si manifesta come ansia dei figli nelle loro piccole imprese, o ad un eccesso di sfiducia, che si manifesta e in un disinteresse verso i più giovani e in un eccesso di microconflittualità». La contraddizione di questa nuova generazione ai cancelli è tale solo in apparenza: «Hanno molti amici, ma frequentati uno ad uno, e così finisce che non sempre hanno positive esperienze di gruppo», afferma Floris, con tutte le ricadute negative riferibili a tale carenza. Floris sul bullismo: «Le situazioni vanno viste da vicino. Sono comunque ragazzi con la loro dignità. Il bullismo è un appello ad una comunicazione diversa, con i pari e con gli adulti. Una strategia per arginare questi eccessi? Lavorare sulla classe del ragazzo, progettare, fare insieme, non solo su materie di studio, riconoscendo i talenti di tutti».
La giornata convegnistica di ieri in Fondazione nasce dalle organizzazioni partecipanti al tavolo di settore Minori, donne e famiglie (che sono 47).
Il tema del bullismo è emerso anche dalla ricerca presentata ieri in anteprima dall'associazione Abracadabra di San Nicolò, i cui esiti sono stati illustrati da Daniele Righi. Indagine condotta su doppio binario, interrogando 200 pre adolescenti e altrettanti adulti del versante genitoriale, coll'originale fine di ottenere scambi di ruolo nelle risposte. Interessante il capitolo dei bisogni dei ragazzi (oltre che dei problemi, dove abbiamo visto essere il bullismo ad occupare il vertice): più di tutto, i giovani dell'indagine di Abracadabra hanno detto di voler essere ascoltati (17 per cento). Domandando, in seconda battuta, un maggior dialogo con il mondo delle istituzioni (10 per cento), un utilizzo adeguato del proprio tempo libero (9 per cento), l'espressione dei propri sentimenti (8 per cento) ma anche spazi aggregativi autogestiti o organizzati (complessivamente 13 per cento).

Simona Segalini simona. segalini@liberta. it

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