Mercoledì 30 Settembre 2009 - Libertà
Michele, arcangelo guerriero
Una mostra fotografica nella cripta della Fondazione
piacenza - Il più celebre santuario italiano dedicato a San Michele si trova sul Gargano, a Monte Sant'Angelo, una delle mete di pellegrinaggio più frequentate nel Medioevo insieme a Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela e Loreto. Non lontano dalla località in provincia di Foggia si combatté l'8 maggio 663 una battaglia che vide vittoriosi i longobardi contro i saraceni. In segno di riconoscenza, la popolazione germanica si mise sotto la protezione dell'arcangelo guerriero, diffondendone il culto in tutta la penisola, Piacenza compresa.
Da questa antica permanenza è partita la ricerca di Valeria Costa, per individuare i luoghi micaelici nel Piacentino e l'itinerario della Via Sacra longobarda, lavoro che confluirà in un volume di prossima pubblicazione. Intanto un assaggio del progetto è da ieri in mostra, fino a giovedì, nella cripta della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia 12 (orario: 9.30-12.30 e 16-18), dove sono esposte le fotografie scattate da Alessandro Manfredi e dalla stessa Costa a chiese, statue, dipinti del santo particolarmente venerato in collina e in montagna, si evince da una prima mappatura elaborata in collaborazione con l'istituto per geometri "Tramello".
All'inaugurazione, in concomitanza con la festa di San Michele, patrono della Polizia di Stato, rappresentata dal questore Michele Rosato, la curatrice dell'iniziativa Valeria Costa si è soffermata sulle particolarità dell'iconografia del santo, che nel piacentino si è espressa nel linguaggio della devozione popolare, ma anche dell'arte, come nel caso, per esempio, della statua all'esterno della chiesa di Riva di Pontedellolio.
Piacenza rientra tra le tappe non per la chiesa di San Michele, che non esiste più all'angolo tra via XX Settembre e via Felice Frasi, perché demolita del tutto nel secolo scorso: sopravvive comunque in San Pietro, in via Carducci, la cappella dedicata all'arcangelo, con la copia d'epoca di un celebre quadro di Guido Reni. L'avvio del percorso - ha evidenziato Costa - comincia però tra Bobbio e Coli (la cui chiesa conserva una stele in arenaria del VII secolo), grazie all'apostolato di San Colombano, al quale nel 614 i sovrani longobardi Teodolinda e Agilulfo avevano concesso di edificare un cenobio a Bobbio.
Tra le immagini della mostra, alcune si riferiscono in particolare alla spelonca detta di San Michele a Coli: «Qui Colombano, si legge negli Acta Sanctorum, si ritirava a pregare in solitudine, specie in Quaresima. L'intitolazione all'arcangelo trova una conferma nel fatto che, in corrispondenza della grotta, si ergeva un tempo una chiesa di San Michele, distrutta attorno al 1600, forse per un terremoto. All'incirca in questo stesso periodo si dovette infatti procedere anche alla ricostruzione della chiesa di Rompeggio, un altro luogo micaelico, attorno al quale sorgeva uno xenodochio per i pellegrini». Le altre mete finora identificate sono: Aglio, Bobbiano, Zerba, Ciregna, Revigozzo, San Michele di Morfasso, Settesorelle, Comineto di Farini, Missano, Magnano, Zaffignano, Cornegliano, Montanaro, Muradolo, Gragnano, Grintorto e Rottofreno. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, il Cif, la Fondazione, la Provincia, la Famiglia Piasinteina, la Pastorale scolastica e Privatassistenza.
Anna Anselmi