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Domenica 27 Settembre 2009 - Libertà

E tra le celle emerge il passato di Sant'Agostino

L'ex Monastero aperto dall'Archivio di Stato, animazioni curate da un gruppo teatrale pavese

Il passato di sant'Agostino è stato rievocato ieri nei chiostri, nei cortili, nei corridoi, nelle celle e nelle sale comuni dell'ex monastero aperto dall'Archivio di Stato in occasione delle Giornate europee del patrimonio, anche grazie alle parole dei viaggiatori dei secoli scorsi, per i quali quell'edificio ora in rovina si presentava sotto l'aspetto di una delle meraviglie cittadine, con la chiesa definita alternativamente «la più bella di Piacenza», «tempio superbo», dall'architettura di «gusto notevole», parte di un complesso giudicato da Montaigne «il più sontuoso e magnifico» che la Piacenza dell'epoca potesse offrire. Per rendere più eloquenti gli ambienti adesso spogli, dall'intonaco scrostato e dagli infissi male in arnese, si è anche materializzato un monaco con il suo tavolo di studio, circondato dai libri, a testimoniare che qui operarono dalla metà del XVI secolo i canonici regolari lateranensi, dalla cui regola agostiniana sono stati tratti alcuni brani letti da uno degli attori della compagnia pavese della Mostiola, che hanno appunto animato le visite guidate, proponendo anche, nel tratto finale dell'itinerario, il ricordo di un progetto non andato a buon fine di Lotario Tomba per realizzare una distilleria, come raccontato nella finzione dalla moglie del maestro, attraverso il contenuto di veri documenti inediti ritrovati all'Archivio di Stato di Parma.
Tra i visitatori, anche l'assessore alla cultura del Comune, Paolo Dosi, la cui intervista sulle prospettive di un edificio per il quale tuttora manca un disegno complessivo di recupero si poteva ascoltare, insieme a quelle di altre autorità e di utenti dell'Archivio di Stato, in un video collocato all'inizio del percorso.
In successivi lotti, avanza intanto il restauro della "stecca" destinata all'Archivio di Stato, istituzione della quale il direttore Gian Paolo Bulla ha richiamato le finalità e l'assoluta necessità di nuovi spazi, rispetto all'attuale sede di Palazzo Farnese. Si sono potuti vedere i primi depositi già sistemati e il tanto che ancora resta da fare, per riparare i ripetuti sfregi inferti dal tempo e da funzioni che non sempre si sono rivelate consone al rispetto delle caratteristiche di una costruzione così pregevole.
Gli ultimi inquilini, i militari, se ne sono comunque andati una ventina di anni fa e da allora gran parte dell'edificio è in stato di abbandono, mentre poco lontano avanza il cantiere del parcheggio di Piacenza Park, tra gli sponsor dell'iniziativa, insieme alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e alla ditta Icam di Pitignano (Bari), che fornisce le scaffalature per l'archiviazione. Il Comune ha concesso il patrocinio. A guidare i numerosi visitatori, anche gli studenti del liceo "Gioia" con l'insegnante Milena Barbieri.

An. Ans.

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