Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Sabato 19 Settembre 2009 - Libertà

L'affresco del '400 sotto la pala d'altare

Inaugurati i restauri nella chiesa di San Giuseppe

piacenza - Ieri all'inaugurazione dei restauri nella chiesa di San Giuseppe in via Campagna si sono potuti contestualmente vedere la grande pala dell'altar maggiore attribuita a Robert De Longe e l'affresco sottostante con la Madonna in trono, riscoperto al di sotto del quadro proprio in occasione degli ultimi lavori. Un sistema, messo a punto dalla ditta del restauratore Davide Parazzi, consente infatti di far scorrere il dipinto su guide, operazione che però necessita di un ponteggio e dunque potrà essere ripetuta soltanto in occasioni speciali.
La fine del recupero delle sei tele conservate nella chiesa, tra cui due ovali di Domenico Fontanelli e tre quadri di Giuseppe Bernasconi, pittore di Varese attivo a Piacenza, dove è morto nel 1692, è stata salutata ieri da: Andrea Bianchi, direttore generale dell'azienda Usl, proprietaria dell'edificio che fa parte del complesso dell'ospedale vecchio; don Giuseppe Lusignani, direttore dell'ufficio beni culturali della diocesi, e Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha contribuito in modo determinante a finanziare il cantiere, compiuto sotto la supervisione delle competenti Soprintendenze e illustrato dallo storico dell'arte Davide Gasparotto e dal restauratore Parazzi, che si è avvalso anche dei risultati di indagini non distruttive di cui si dà conto nella pubblicazione realizzata in collaborazione con la parrocchia e presentata ieri, con testi del curatore Tiziano Fermi, Graziano Campanini (coordinatore regionale per la valorizzazione beni culturali Asl), Anna Coccioli Mastroviti (Soprintendenza per i beni architettonici di Parma e Piacenza), Gasparotto (Soprintendenza per i beni storico-artistici), Antonella Gigli (dirigente settore cultura del Comune), Parazzi, il chimico Barbara Bertucci, Mario Lazzari e Curzio Merlo, di Cr. Forma della Provincia Cremona.
Si ritiene che l'affresco possa risalire ai primi anni del '400, forse di mano di Antonio de Carro o della sua bottega. L'artista piacentino era stato tra i protagonisti della mostra Il Gotico a Piacenza (1998), co-curata da Antonella Gigli, che adesso sta studiando il dipinto riaffiorato in San Giuseppe, chiesa che peraltro, dalle ricerche archivistiche condotte da Giorgio Fiori e pubblicate nel V volume del Centro storico di Piacenza (Tep), venne costruita su progetto del piacentino Giovanni Del Bruno tra il 1566 e il 1568. «Non si esclude - afferma Gasparotto - che il muro possa appartenere a un edificio precedente».
A questo proposito, Fiori osserva come nel 1509 l'architetto Alessio Tramello ricevette l'incarico per costruire la Cappella della Santa Spina, in un'area che «dovrebbe essere adiacente la chiesa tardocinquecentesca. Non dobbiamo dimenticare che non sempre gli artisti rincorrevano le nuove mode stilistiche; a volte rimanevano a lungo affezionati a modi di dipingere che giudicheremmo arcaicizzanti», prosegue Fiori, al quale si devono anche le notizie sul piacentino Fontanelli, pubblicate sull'Archivio storico per le province parmensi nel 1973.
Il restauro dei due ovali è stato sostenuto da Domenico Ferrari, in concomitanza con la ricollocazione della lapide del suo omonimo antenato, medico e direttore dell'ospedale all'inizio dell'800. Secondo Parazzi, il tratto di Fontanelli è ravvisabile anche nei paesaggi dei due quadri del Bernasconi nel presbiterio.
Le prossime cure saranno riservate agli stucchi e alla decorazione murale. «Con il Fai, stiamo pensando - ha annunciato Bianchi - a forme di adozione di parti di affresco». Rassicurazioni sull'impegno della Fondazione sono intanto giunte dal presidente Marazzi.

Anna Anselmi

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio