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Domenica 13 Settembre 2009 - Libertà

D'Agostino: «Non possiamo fare a meno della famiglia»

L'appello del presidente Ugci alla prima giornata della festa a cui era presente anche il sottosegretario Carlo Giovanardi

C'era da aspettarselo, la Grande festa della famiglia, promossa e organizzata dal Forum delle associazioni familiari di Piacenza, dall'Unione giuristi cattolici italiani e dal settimanale della diocesi, "Il Nuovo Giornale", ieri pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha catturato l'attenzione di tanta gente.
Presenti Francesco D'Agostino, presidente nazionale dell'Ugci, introdotto da Livio Podrecca e lo psichiatra Alessandro Meluzzi presentato da Sannita Luppi. Presente anche Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia. Non hanno voluto mancare neppure il sindaco Roberto Reggi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi. Insomma, un parterre autorevole in cui sindaco e presidente dell'amministrazione provinciale, seppure in modi diversi, hanno sottolineato la centralità della famiglia, mentre Carlo Giovanardi ha evidenziato le politiche a favore della famiglia, mettendo in risalto il ruolo del governo, molto attento all'istituzione, così intesa come vuole la Costituzione.
Francesco D'Agostino, a sua volta, ha fornito un contributo filosofico-giuridico, per comprendere gli elementi che contraddistinguono la famiglia naturale e la differenziano dalle varie forme sociali alternative che tanto hanno fatto discutere. Ha sottolineato come la famiglia sia da intendere soprattutto da un punto di vista antropologico. «Della famiglia non sapremmo come fare a meno - ha affermato - eppure i vincoli ci vanno stretti. Trent'anni fa c'è stato il tentativo di eliminarla, mentre oggi se ne vuole trasformare l'essenza, inventandone nuove forme».
La famiglia, dunque, come un enigma affascinante, misterioso, come lo è la verità: resiste a tutte le intemperie del tempo, della storia, delle ideologie. «Non è il frutto di convenzioni, di accordi economico-sociali e politici - ha detto - ma il luogo naturale della fraternità, dove si sperimenta l'amore per l'altro e dove si costruisce la pace, non in modo artificiale, ma spontaneo».
Secondo Meluzzi, siamo liberi di scegliere la forma politica che ci piace, ma non possiamo decidere autonomamente su quelle questioni che mettono in discussione l'essenza della persona, come, appunto l'identità della famiglia. Un sos il suo, dinanzi ai dati relativi alla denatalità e all'idea di coppia che - a torto - ha sostituito, in questi anni, quella di famiglia. E allora ecco le operazioni, i matrimoni che vanno a rotoli, i giovani border line, le droghe leggere che, nel mondo giovanile, danno gli stessi danni come quelle pesanti. A proposito di educazione, Meluzzi ha detto che i figli delle cosiddette famiglie allargate, vivono il disagio degli errori dei loro genitori: «Piccoli totem, idoli di più genitori. Giovani che difficilmente riescono ad avere riferimenti sicuri».

Mauro Molinaroli

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