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Giovedì 17 Settembre 2009 - Libertà

Dietro il quadro l'affresco

Dipinto del XV secolo svelato in San Giuseppe

piacenza - Un ampio capitolo dell'articolato progetto di recupero della chiesa di San Giuseppe, adiacente il complesso dell'ospedale vecchio, verrà inaugurato domani alle ore 18 nell'edificio religioso di via Campagna, 68, con un'autentica sorpresa. Il restauro della pala dell'altare maggiore, Il transito di San Giuseppe di Robert De Longe, ha infatti svelato dietro al quadro un affresco del XV secolo, che porta dunque a ripensare la cronologia dell'architettura.
Interverranno: Andrea Bianchi, direttore generale dell'Ausl di Piacenza, proprietaria dell'edificio, don Giuseppe Lusignani, direttore dell'ufficio beni culturali della diocesi, Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha contribuito al finanziamento dei restauri, Davide Gasparotto, della Soprintendenza per i beni storico-artistici di Parma e Piacenza, e il restauratore Davide Parazzi, alle cui cure sono stati affidati anche i due grandi ovali della navata, dei quali è emersa la datazione al 1686 e al 1687, accanto al nome (su una delle due tele) dell'autore: Domenico Fontanelli. Seguirà il buffet nell'ex convento di San Sepolcro. L'iniziativa sarà inoltre l'occasione per presentare la pubblicazione su San Giuseppe, a cura di Tiziano Fermi, nella collana "Le chiese di Piacenza", che già comprende analoghe guide ai tesori di Sant'Antonino, la Cattedrale, San Paolo e San Rocco.
«Si è ora concluso il restauro dell'apparato decorativo pittorico su tela», spiega Gasparotto. «Restano ancora da recuperare gli stucchi e gli affreschi». Per reperire risorse è stato intanto organizzato un torneo di burraco, con il patrocinio dei Commercianti del centro, che si terrà la sera, alle 20.30 nella sala delle colonne (iscrizione individuale 15 euro).
Durante l'illustrazione dei restauri in San Giuseppe verrà sperimentato il sistema messo a punto per consentire la visione dell'affresco, tramite lo scorrimento su appositi binari del quadro del De Longe, che per secoli ne ha nascosto la vista. «Non abbiamo finora trovato riscontri sull'affresco né nella bibliografia della chiesa né nei documenti», precisa Gasparotto. «Eppure doveva essere oggetto di particolare venerazione se nel ‘500 la Madonna in trono con il Bambino venne restaurata nella parte sottostante, cercando di imitare lo stile gotico dell'affresco originale, la cui datazione si colloca nel primo ‘400 ed è riconducibile all'ambito di Antonio de Carro o, stante la qualità dell'opera, alla mano del De Carro stesso. Sono comunque in corso studi di Antonella Gigli per chiarire meglio la genesi del dipinto».
Al De Carro è attribuito anche l'affresco della Beata Vergine della Corona in San Paolo, in via Torta. La pala del De Longe è stata sottoposta a pulitura, «particolarmente complicata per la delicatezza dei colori usati, specie nel manto in lapislazzuli della Madonna. I due ovali avevano invece anche notevoli problemi strutturali, con tagli e deformazioni».

Anna Anselmi

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