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Mercoledì 24 Novembre 2004 - Libertà

Nicolini e Zanella, poliedrici operisti

Tampa lirica - Applausi in Fondazione per la conferenza-concerto con Koga, Salvini, Beretta, Bonfanti. Bussi ha narrato vita e composizioni dei due musicisti

Nicolini è un carneade. E anche Zanella è un musicista poco conosciuto. Entrambi sono piacentini e al primo è intitolato il Conservatorio della nostra città. Ma, nonostante le varie iniziative promosse per divulgarne l'opera, ancora rimangano due figure minori. La seconda conferenza-concerto, svoltasi l'altra sera all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, organizzata dalla Tampa Lirica, si è concentrata proprio su di loro. Al tavolo dei relatori erano il presidente della Tampa, Carla Fontanelli, che ha introdotto l'incontro dal titolo compositori piacentini tra '800 e '900: Giuseppe Nicolini e Amilcare Zanella, e il musicologo Francesco Bussi, che ne ha ponderatamente illustrato la vita e l'opera. La prima parte è stata incentrata sulla figura di Nicolini. Bussi ne ha tracciato le linee biografiche e le caratteristiche compositive. Nacque a Piacenza nel 1762 e fu allievo di Cimarosa al Conservatorio Sant'Onofrio di Napoli, fu un operista fecondo, obbediente alla scuola napoletana. Fu un musicista di statura internazionale e scrisse per i cantanti in voga dell'epoca, i maligni dissero che a loro dovette la sua fama. Bussi lo ha definito "un abile artigiano del suono, una figura che si delinea con decoro, un buon minore", crudelmente oscurato dalla figura di Rossini, che interpretò pienamente l'ansia di rinnovamento attraverso una modernità di scrittura che non si manifesta nella forma dell'opera quanto nello spirito, nella vivezza e nella frenesia del ritmo, nella coloritura strumentale e nell'umorismo. Reduci dall'allestimento de Il geloso sincerato a Mantova, dopo la celebrazione al Municipale dei duecento anni dalla prima rappresentazione, il soprano Akiko Koga, il baritono Valentino Salvini e il basso Mauro Bonfanti, accompagnati al pianoforte da Corrado Casati, hanno brillantemente interpretato alcune arie tratte da questa riuscita opera buffa. Un plauso particolare all'interpretazione teatrale di Bonfanti. Nell'introdurre la personalità di Amilcare Zanella, Bussi ha ricordato come note bibliografiche un suo saggio critico e una biografia (distribuita all'ingresso insieme ad altre pubblicazioni) di Daniele Tomasini, musicologo presente in sala. Zanella fu un musicista poliedrico ed un pianista eccelso. Non sono rimaste testimonianze registrate della sua tecnica, ma chi lo poté ascoltare lo definì un emulo di Ferruccio Busoni. Alfredo Casella nei suoi scritti ha testimoniato questo talento. La sua scrittura si divide fra la tradizione del grande romanticismo tedesco da Schumann a Brahms e il post-impressionismo, se così possiamo definirlo, di Satie. Ricordiamo, per esempio, che la registrazione dei due Trii per violino, violoncello e pianoforte di Zanella, edita da Tactus, realizzata nel 2002 per volontà del Conservatorio Nicolini, ne evidenzia e riassume la cifra compositiva. Il soprano Giovanna Beretta e il pianista Giovanni Catelli hanno concluso la serata con l'interpretazione di tre vive e palpitanti pagine da camera di Zanella, veri e propri squarci d'opera.

Sabrina Silan

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