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Martedì 15 Settembre 2009 - Libertà

«Il paziente informato può guarire meglio»

E' il tema di un importante convegno sabato in Cattolica
L'organizzatore: nuova sensibilità sposata anche dall'Oms

S'intitola "La comunicazione che cura", il convegno che avrà luogo sabato all'Università Cattolica di San Lazzaro, un'iniziativa promossa dalle associazioni Amici per l'Hospice, Diabetici Piacentini, dal Tribunale dei diritti del malato - Cittadinanza attiva, dall'Azienda Usl, dall'Ordine dei Medici, dal Collegio Ipasvi, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dallo Svep con il sostegno della Regione Emilia Romagna. "La cura come percorso partecipato, come elemento che si può ricondurre - spiega Giuseppe Magistrali, uno dei promotori dell'iniziativa ed esperto di politiche sociali - al grande fascino e alle profonde ricadute che assume l'idea della "danza delle parti interagenti" elaborata da Gregory Bateson e ripresa nel contesto della coralità della cura da Sergio Manghi, quando afferma che In una danza infatti nessuno dei danzatori è in grado di dirigere unilateralmente il movimento d'assieme. Ciascuno reagisce agli altri non meno di quanto agisca verso gli altri. Ciascun danzatore rimane parte di più ampi e ininterrotti processi di coordinamento comunicativo che non hanno mai un solo coordinatore, neppure quando tale presunto co-ordinatore abbia a disposizione le conoscenze e gli strumenti tecnico-organizzativi più potenti e sofisticati".
L'idea del "coro che cura", di un dialogo aperto tra i diversi attori sulla scena trova spazi nella teoria, risulta però essere un sogno ancora lontano. "Negli ultimi anni - prosegue Magistrali - è cresciuta l'attenzione verso la promozione della salute in una prospettiva in grado di coniugare le dimensioni fisiche, psichiche, esistenziali e relazionali della persona, dall'interno del proprio contesto sociale e familiare; una nuova sensibilità, questa, sposata anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tende a farsi strada una nuova cultura della salute che vede nel protagonismo e nella partecipazione dei cittadini gli aspetti cruciali. In una logica circolare che connette le diverse responsabilità di medici e pazienti, è un elemento quasi di senso comune l'idea di quanto siano importanti comunicazione terapeutica e coinvolgimento del paziente".
Il paziente come protagonista consapevole di un proprio progetto di cura, il che non delegittima né riduce il ruolo delle strutture sanitarie ma anzi ne esalta la dimensione specialistica alla luce di nuovi scenari relazionali e partecipativi. "Tutti gli operatori - aggiunge Magistrali - sono chiamati a dare il proprio contributo in un processo evolutivo che risulta tuttavia tutt'altro che scontato e banale. Tali cambiamenti riguardano sia il concetto di sapere medico, sia la figura stessa del medico, sia gli attori coinvolti nel processo di cura sia, infine, il contesto sociale e culturale. Dalla prima tradizione medica di origine ippocratica, in cui l'asimmetria della relazione tra chi cura e chi viene curato era un principio non in discussione, si assiste a cambiamenti che mettono a dura prova questo modello. Quattro processi individuano la necessità di una correlazione tra i medici e i pazienti: la diffusione di conoscenze mediche presso un numero crescente di persone, tramite giornali, trasmissioni televisive, siti internet, associazioni di malati e di familiari; la sempre più ampia sensibilità collettiva verso il diritto alla salute; il progresso scientifico e tecnologico sempre più incalzante; la riorganizzazione dei sistemi sanitari secondo criteri aziendalistici che immette a pieno titolo nel processo terapeutico nuovi criteri operativi e nuove figure professionali amministrative, organizzative e socio-assistenziali".
Secondo Giuseppe Magistrali, è necessario un processo innovativo, un'apertura "verso un nuovo sapere delle relazioni, corrispondenti alle novità della scena allargata della cura. E' verso questo scenario che tende il progetto di ricerca-formazione che sarà presentato nel convegno, il cui obiettivo è quello di affrontare il tema della comunicazione tra medico e paziente in una prospettiva triangolare e relazionale, che pone particolare attenzione alla scena allargata della cura ed agli attori coinvolti nella relazione".

Mauro Molinaroli

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