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Domenica 13 Settembre 2009 - Libertà

L'accordo tra Comune e Fondazione
consentirà alla Galleria l'ampliamento in via Santa Franca

Quando il Palazzo ex Enel di via Santa Franca acquistò la sua fisionomia liberty, negli anni '20 del secolo scorso, poco lontano stava sorgendo, sui resti di un preesistente ex monastero benedettino, la sede della Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, progettata da Giulio Ulisse Arata. All'epoca della ridefinizione funzionale, negli anni '30, di quello che in origine era un fabbricato semi industriale comprendente il Palazzo del Magistrato del Po, la Ricci Oddi apriva i battenti, nel 1931.
I destini dei due edifici si stano ora unendo, con la firma del protocollo d'intesa tra il Comune e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, dal 2002 proprietaria dell'immobile di via Santa Franca, la cui gestione sarà affidata al museo di via San Siro.
Sviluppato su tre piani, più un seminterrato, per una superficie complessiva di oltre duemila metri quadrati, il Palazzo ex Enel sarà ora sottoposto a interventi di ristrutturazione a spese della Fondazione, terminati i quali (tra fine 2011 e inizio 2012) si potranno schiudere nuovi orizzonti per la valorizzazione del patrimonio artistico cittadino. Si parla di un raddoppio della Ricci Oddi, con l'esposizione a rotazione di opere custodite nei depositi e frutto non solo di acquisizioni e donazioni che si sono susseguite nel tempo.
Riallestimenti successivi della collezione originaria, in particolare quello compiuto in occasione dei restauri del 1997-2001, sono infatti andati nella direzione di uno sfoltimento dei dipinti. Nell'attuale percorso di poco più di 200 opere rimane quindi esclusa anche una parte delle oltre 400 presenti nel 1931, scelta operata nel tentativo, spiegava il direttore Stefano Fugazza, «di ottemperare a esigenze diverse: quella di rispettare l'impostazione del fondatore e quella legata alla migliore lettura delle opere». È però soprattutto per mostre ed eventi di richiamo che la futura "cittadella dell'arte", articolata negli spazi della Ricci Oddi e di Palazzo ex Enel, potrà offrire spazi di cui il museo di via San Siro era carente, costretto a utilizzare per iniziative temporanee il Salone d'onore o il sotterraneo nelle cantine dell'ex monastero. Non si tratterà comunque soltanto di un ampliamento quantitativo. Il museo creato dal mecenatismo di Giuseppe Ricci Oddi si concentra sul periodo tra la fine dell'Ottocento e il 1930. Nel Palazzo ex Enel il discorso potrebbe allargarsi a un arco cronologico più ampio, fino all'arte contemporanea.
Commenta così Giacomo Marazzi, Presidente della Fondazione: «Si realizza con questa operazione una delle strutture più significative nell'ambito della cultura dell'Ottocento e contemporanea. Ci si augura che le istituzioni, le realtà economiche e l'intera cittadinanza sappiano valorizzare adeguatamente un contenitore così all'avanguardia».

di ANNA ANSELMI

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