Lunedì 21 Settembre 2009 - Libertà
«Suor Chiarina, il volto più bello di Piacenza»
Il presidente Marazzi ha consegnato la statuetta alla memoria alla Congregazione di monsignor Torta
Piacenza - «Suor Chiarina rappresenta il volto più bello di Piacenza». Quando il sindaco Roberto Reggi pronuncia queste parole dal sagrato della cattedrale, sul volto delle suore di monsignor Torta traspaiono commozione e orgoglio. Commozione perché la loro consorella non c'è più; orgoglio perché suor Chiarina, pur nella invisibilità della sua opera quotidiana, ha lasciato un segno grande, in Etiopia come in questo lembo di Italia. Era un giorno triste ieri mattina, ma di una tristezza - ci sia permesso - gioiosa. L'Angil dal Dom, il premio che la Fondazione di Piacenza e Vigevano ogni anno riconosce ad un piacentino distintosi nel mondo, in questo 2009 viene assegnato alla memoria, ed è la prima volta in 18 edizioni. La missionaria suor Chiarina Grazio è mancata lo scorso 30 luglio per un male incurabile, proprio una settimana dopo l'annuncio della scelta della sua persona. A ritirare la statuetta e il contributo della Fondazione, c'è la madre generale suor Carla Rebolini, assieme a molte delle consorelle della casa di via Torta; ma anche ad alcuni dei dei bambini della missione di Debre Beheran (Etiopia), oggi diventati grandi grazie a suor Chiarina; poi i parenti di suor Chiarina, piacentina del sasso.
C'è anche un vescovo: non Gianni Ambrosio impegnato con gli alpini a Cortemaggiore (ha inviato una lettera), ma Giorgio Corbellini, piacentino doc (di Travo), ordinato presule solo una settimana fa nella basilica di San Pietro, in Vaticano, da papa Benedetto XVI. A letto con l'influenza il vicario generale Lino Ferrari, la diocesi è rappresentata dal vicario episcopale monsignor Giuseppe Busani e dal parroco del Duomo, monsignor Anselmo Galvani. Quest'ultimo, nel suo saluto, ha voluto ricordare i militari uccisi in Afghanistan e il missionario ammazzato in Amazzonia.
Una cattedrale che, a poco a poco, si riempie e nelle cui prime file si vedono, tra gli altri, il sindaco Roberto Reggi, il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, il questore Michele Rosato, il colonnello dei carabinieri Paolo Rota Gelpi, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi. Poi tanti piacentini e travesi (per il vescovo Corbellini).
Sul sagrato, al termine della messa, è Marazzi a consegnare l'Angil alla madre generale. «Continuiamo a dare premi a persone meritevoli senza magari renderci conto di che cosa hanno fatto - osserva - e ci dimentichiamo di tante suor Chiarine che operano nel silenzio». Confessa di essere stato colpito di come «abbia lasciato un lavoro sicuro in un maglificio per farsi suora e servire i più poveri». «Ci spiace veramente tanto - dice sincero - che non sia qui a ricevere questo premio».
Il sindaco Reggi ringrazia la Fondazione: «Con il suo presidente, in questi anni ha reso merito ai piacentini illustri che nel silenzio fanno una vita di sacrificio e dedicano tutto il loro impegno quotidiano a chi sta male». Poi ha parole di gratitudine per l'Angil del 2009: «Rappresenta anche il volto delle suore della Divina Provvidenza che oltre alla missione hanno a cuore l'educazione dei bambini dei nostri figli. In un momento in cui il sistema educativo è debole, noi abbiamo la fortuna di avere queste suore in città che dimostrano ogni giorno quanto sia importante investire nell'educazione».
Il presidente della Provincia Massimo Trespidi sottolinea il grande amore di suor Chiarina verso Cristo: «E' questo amore che le ha consentito di servire l'umanità in tutte le sue dimensioni, anche in quegli interstizi più profondi di miseria e di povertà, ma in modo particolare soprattutto nei confronti dei giovani e dell'educazione. Grazie a suor Chiarina tanti ragazzi e ragazze sono riusciti a riscattarsi in quei luoghi di missione».
Monsignor Corbellini, che non ha mai conosciuto suor Chiarina, cita Paolo VI quando affermava che «il nostro mondo non cerca maestri ma testimoni e se accoglie i maestri li accoglie perché sono testimoni». «Noi benediciamo il Signore per la testimonianza di amore e di fedeltà al Vangelo resa da tante persone, come suor Chiarina - rilancia il presule -. Ma nello stesso tempo non possiamo non sentirci in qualche modo rappresentati dalla generosità con cui questa donna ha servito il Signore nei fratelli. Molte volte abbiamo bisogno di metterci sotto l'ombrello di chi è migliore di noi, appoggiandoci allo loro testimonianza e preghiera. Benediciamo il Signore per la ricchezza di amore che tante anime, talvolta estremamente semplici e silenziose, hanno saputo rendere, anche a nome nostro che siamo forse meno generosi e meno impegnati».
Chi conosceva bene l'Angil dal Dom 2009 è la giornalista di Libertà Maria Vittoria Gazzola. «Era una donna che come sempre parlava poco - ricorda - sorrideva, prendeva i bambini per mano e diceva sempre: "Eshì (in lingua amarica), va bene". Una frase che esprimeva partecipazione ai problemi. Poi, silenziosamente, si muoveva per riuscire a risolverli».
«Madre Chiarina è qui vicino a noi - è sicura la generale suor Carla Rebolini - sorride, è felice ed è convinta che cosa migliore di questo premio non si sarebbe potuta fare per la sua congregazione e per i suoi bambini». «Era come una sorella, amava scherzare, sorridere, era una persona come tutte noi. La sua testimonianza sia per noi un rifugio sotto il quale agire così come lei ci ha condotto».
Federico Frighi