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Lunedì 24 Agosto 2009 - Libertà

Peter Pan a caccia d'amore

Col Teatro Blu tra pirati, fate, sirene e bambini perduti

carpaneto - Come sopportare la routine quotidiana, le fatiche e le ansie di tutti i giorni? Quella condizione comune, definita da Jaques Deleuze come la "catena di montaggio" e che, riprendendo soprattutto le opere di Franz Kafka, il filosofo ritrovava nei momenti della vita a noi più cari: il lavoro, la famiglia, l'amore, addirittura nelle rivoluzioni ma, soprattutto, nell'entusiasmo? Come superare il nulla della via che in ognuno di questi momenti, forse dopo averli assaporati in pieno, tutti abbiamo sentito almeno per un istante?
Lo spettacolo messo in scena l'altra sera, nel cortile del Municipio di Carpaneto, non si prefiggeva certo di risultare come definitivo nella soluzione di problemi esistenziali così complessi, ma pur nella propria semplicità, una grande mano sembra poterla dare. Questo ennesimo appuntamento del festival itinerante Lultimaprovincia, organizzato da Manicomics con il sostegno di Provincia, Regione, comuni aderenti, Fondazione di Piacenza e Vigevano e con il patrocinio di Libertà e Telelibertà, ha fatto registrare, come di consueto, un'eccellente affluenza ed un altissimo gradimento da parte del pubblico. Lo spettacolo messo in scena, dal titolo Un sorriso…una fata ed interpretato da Silvia Priori e Walter Manconi del Teatro Blu, era una libera reinterpretazione della figura di Peter Pan, folletto del romanzo di James Matthew Barrie del 1904, ripresa però dal film Capitan Hook di Steven Spielberg del 1991. Geniale trovata quella dello sceneggiatore Jim Hart, che fa tornare sull'"Isolachenonc'è" un Peter Pan ormai adulto, che grazie all'aiuto di Trilly e di tutti i bambini perduti ritroverà la memoria della sua rocambolesca infanzia, non solo per ricordarsi chi fu, ma anche per ritrovare quello spirito fanciullesco che, al suo ritorno, gli permetterà di apprezzare meglio la propria vita.
Da questo spunto riparte Un sorriso…una fata, che riadattando l'opera ai giorni nostri, cerca di farci vedere come riflessi in uno specchio, per comprendere ciò che di importante possediamo nella vita, e per routine e noia ormai non apprezziamo più. Un fulmine a cel sereno l'incontro con Trilly da parte di Peter, una bambina decisamente speciale che inizialmente, seppur apprezzata dal protagonista, non riuscirà nell'intento di distoglierlo dalla sua meccanica quotidianità. Scoraggiata dal comportamento freddo e scostante di Peter, Trilly lo lascerà per tornare nel suo mondo, nell'"Isolachenonc'è" culla di sogni infiniti e spensierati giochi. E' a questo punto che Peter, come spesso accade, apprezza ciò che ha perso, evidentemente l'unica persona in grado di ridare un senso alla strada che sta percorrendo nella vita. Per ritrovare Trilly però deve ricordare dove si trova l'Isolachenoncè, e compiendo questo sforzo dal fondo della memoria riemerge un mondo mirabolante, abitato da fate e indiani, pirati, sirene e bambini perduti.
Grazie anche all'ottima interpretazione dei due attori, tornano a rivivere tutti i personaggi del fantastico mondo ideato da Barrie, che aiuteranno Peter, cioè noi tutti, a ritrovare il modo per assaporare appieno della propria esistenza. Ma anche l'Isolachenoncè non rappresenterà la meta finale della vita di Peter, che ben presto si renderà conto che solo la mediazione tra i due mondi, il fantastico ed il reale, sarà condizione necessaria per poterli apprezzare entrambi senza farsene schiacciare. Così, quando sta per abbandonare l'Isolachenoncè e tornare alla quotidianità, Trilly con candore lo rassicura: «Peter, sai quel luogo che sta tra il sonno e la veglia? E' quello il luogo in cui ti amerò sempre, è li che ti aspetterò».

Gianmarco Aimi

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