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Venerdì 24 Luglio 2009 - Libertà

Choro, emozionante scoperta

Tra incantevoli melodie e ritmiche incandescenti, un incontro tra la musica classica e brasiliana
Nel trascinante spettacolo del Trio Madeira Brasil a Santimento

santimento - Dodici anni di attività, centinaia di concerti in tutta la Valtidone, sempre ospiti illustri quando non celeberrimi, poi master class, Summer camp e svariate attività collaterali per una continua crescita: è il Valtidone Festival, straordinaria kermesse musicale che incanta e rapisce pubblici alquanto numerosi. Per l'ultimo appuntamento, nel parco del pittoresco castello di Santimento di Rottofreno, nello spettacolo Brasileirinho ao Vivo si è esibito il trio Madeira Brasil composto da Ronaldo do Bandolim (mandolino), Zè Paulo Becker (chitarra) e Marcello Goncalves (chitarra a sette corde) con, special guest, anch'essi brasiliani Silverio Pontes (tromba) e Sergio Krakowski (tamburello o "pandeiro"). Ma i colori e la fantasmagoria tipiche brasiliane sono state dal quintetto sorpassati e sublimati nella musica "choro", misto di influenze europee importate sin dalla seconda metà dell'800 - valzer, polka, mazurka… - poi arrangiate e mixate con le principali tendenze nazionali aggiungendo la genuinità dell'appassionante musica africana. Emblema di questo gruppo, il "choro" è stato definito «essenza dell'anima brasiliana» e scopo dei Madeira Brasil è proprio diffondere lo stupendo e spesso misterioso amalgama tra dimensione classica e contemporanea, cameristica e jazzistica nonché saggiare il limite - continuamente, impercettibilmente, variabile - tra arrangiamento ed improvvisazione, momento o dell'ascolto o del coinvolgimento collettivo.
Livio Bollani, direttore artistico della manifestazione, presentando ha ricordato «come la puntata di stasera meriti tutto questo pubblico. E' il gruppo che nel "choro" ha acquisito maggiore fama. Negli anni obiettivo raggiunto: oltre ad esserci quantità c'è anche qualità di pubblico» mentre Giulio Maserati, Sindaco di Rottofreno ha, fra l'altro, anticipato un'originale iniziativa per Santimento.
Nella scaletta i musicisti hanno proposto brani poco conosciuti ma d'incommensurabile valenza melodica, a tratti trascinanti essendo i ritmi talora popolari sempre ingentiliti e nobilmente trattati, dove rigurgitanti derivazioni europee erano ulteriormente filtrate da cinque virtuosi che, dal 1996 anno della loro fondazione, possono a buon diritto definirsi «ambasciatori del "choro" nel mondo». Santa Morena, Assanhado, Loro, O bom filho a casa torna e via via altri sempre più accattivanti come Olha Maria, Trenzinho caipira e, come bis finale, Vatapà hanno dimostrato come il "choro", se reso in modo caloroso e partecipe, sia forse l'ultima e più ambita frontiera della tradizione musicale brasiliana come avevano predetto Hector Villa-Lobos (1887-1959) e soprattutto il profeta del "choro", il mitico Pixinguinha (1897-1973) che seppe proiettare a livello internazionale uno stile fino ad allora confinato in ambienti colti.
Come ormai ad ogni concerto tanta suggestione: per la musica ma anche per l'ambiente e l'atmosfera che il Valtidone Festival riesce sempre a creare anche perché non c'è la presenza assillante dei media. Qualche registrazione, qualche foto ma soprattutto spicca il contatto diretto fra pubblico ed artisti che trasmettono la musica in tutte le sue sfumature, nell'universo segnico e gestuale caratteristico dei musicisti, nell'ispirazione imprevedibile e spesso irraggiungibile dell'attimo fuggente.

Fabio Bianchi

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