Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Venerdì 31 Luglio 2009 - Libertà

«Banditaliana, una magia che si rinnova ogni volta»

Intervista a Riccardo Tesi, stasera col suo gruppo a Pecorara

Ha tante anime, Riccardo Tesi, e lo si è visto in precedenti occasioni. Rarità, comunque, sempre benvenute. E, come ulteriore gemma preziosa nel fornito forziere del Valtidone Festival 2009, diretto da Livio Bollani, ecco un nuovo appuntamento del filone etnica/jazz. Protagonista, per l'appunto, Riccardo Tesi, compositore, strumentista e ricercatore. Con lui, questa sera alle 21.15 in piazza XXV Aprile a Pecorara (nel salone parrocchiale, in caso di maltempo), la celebre Banditaliana. Per la realizzazione dello spettacolo, che sarà seguito da un buffet con prodotti tipici, si è adoperata l'amministrazione comunale di Pecorara che, con Sarmato, Pianello e altre otto Municipalità della Valtidone, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia, Associazione Eventi musicali della Valtidone e Fondazione Libertà, ha di recente dato vita alla Fondazione Val Tidone Musica.
Difficile, ma non impossibile, chiedere sinteticamente a Tesi di narrare la sua esperienza, quello spirito da sempre sotteso alla sua professione. Una di quelle professioni che, se da un lato implicano studio e ricerca, dall'altro non vibrerebbero senza soffi di libertà.
Tesi, partiamo dal concerto di stasera. Banditaliana vanta ormai tre album al suo attivo, ma per caso proporrete qualche inedito?
«Intanto, come ha detto lei, stasera presenteremo alcuni brani dei nostri tre album precedenti, Banditaliana, Thapsos e Lune e del mio ultimo album Presente remoto. Ma suoneremo anche qualcosa del nuovo album, che abbiamo appena registrato ed è in uscita. Quindi sì, presenteremo anche alcuni inediti».
Lei, personalmente, vanta numerose collaborazioni prestigiose. Oltre a tutto ciò, si dedica a Banditaliana. Cosa rappresenta il gruppo per lei?
«Innanzitutto Banditaliana è il mio progetto principale ed è quello con cui, per la prima volta, ho deciso di andare fino in fondo alle mie idee. Il gruppo è nato nel ‘92, in quel momento la mia leadership era più accentuata, ora i musicisti sono così bravi che è diventato un laboratorio collettivo di bravissimi musicisti. Tutti i membri di Banditaliana hanno una carriera personale di grande personalità, dal cantante e chitarrista Maurizio Geri al sassofonista Claudio Carboni fino all'ultima new entry, il percussionista Marco Fadda, già collaboratore di Ivano Fossati».
Ciò che emerge dal suo lavoro è certamente il frutto di un'apertura mentale, testimonianza sonora di come si possa attingere alle proprie tradizioni popolari e contemporaneamente incontrare tanti generi diversi. Sarà questa la musica del futuro, dato che la musica è, o dovrebbe essere, un'espressione della società?
«Io credo che, più che futuro, si tratta di presente, forse perché non abbiamo questa capacità di prevedere il futuro. Certamente io faccio parte di quell'onda di musicisti che ha iniziato negli anni ‘70 con la musica popolare, ho poi collaborato con musicisti molto diversi, da De Andrè a Trovesi a Fossati e fino a Piero Pelù. Io credo che esista la buona musica e i buoni musicisti e che il confronto tra stili diversi e generi diversi sia essenziale. E' anche importante avere una sorta di firma, di identità e credo, dovendo sintetizzare, che la mia sia alla fine nel Mediterraneo, in quelle mediterraneità con ispirazioni etniche, ma che guarda anche alla forma canzone, al jazz. Tutto ciò confluisce nella musica d'autore, essendo io compositore».
E' impossibile non chiederle un ricordo, o un aneddoto, legato alle sue collaborazioni. Specialmente ripensando a De Andrè...
«Sono sensazioni di tipo diverso. Il giorno che sono arrivato in studio a Milano e dall'altra parte del vetro c'era Fabrizio De Andrè, mi son detto "wow" e mi sono ricordato di quando, a 14 anni, cantavo alla chitarra le sue canzoni. Ma anche con Fossati e con altri ci sono state senzazioni profonde, ma di altro tipo. Poi, fondamentalmente, con Banditaliana ora abbiamo questa comunione spirituale. Una chimica, che è una magia reale ed emerge anche dal vivo. Mai avrei immaginato che saremmo andati così lontani, sia fisicamente (abbiamo suonato persino in Australia) che da un punto di vista artistico, essendo partiti con musicisti in qualche modo sconosciuti al pubblico e non con delle star. Mi fa piacere essere stato un buon talent scout. All'inizio ho dovuto forzare molto perché questa cosa andasse avanti, ma ho sentito subito che ne valeva la pena, quando gli altri non ci credevano. Poi, a Parigi un giorno, durante un concerto, mi sono detto "wow, ci siamo". E c'eravamo».

di ELEONORA BAGAROTTI

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio