Lunedì 22 Novembre 2004 - Libertà
Fondazione, come gestirla nel futuro
Il dibattito
E' vivo più che mai il dibattito sulla Fondazione, sul suo ruolo per la nostra città e sul nuovo presidente che dovrà essere eletto. Da più parti ci si appella alla Fondazione affinché questa intervenga nei più disparati campi: il welfare, la cultura, la formazione, l'arte, la ricerca, l'occupazione, la viabilità, l'urbanistica ecc.
Si ha quasi l'impressione che questa venga vista come una panacea per tutti quei problemi che la nostra pur ricca generazione non ha la voglia o le capacità di risolvere. E si adombrano ogni genere di manovre più o meno sotterranee attorno a questa istituzione vista come punto focale di tutto quello che dovrà succedere nella nostra città negli anni a venire.
A me sembra che si stia formando una aspettativa un poco eccessiva circa quello che essa potrà fare e vorrei modestamente ricordare alcuni semplici concetti della cui banalità chiedo scusa ai miei concittadini.
La Fondazione costituisce un patrimonio che le generazioni dei Piacentini venuti prima di noi ci hanno lasciato. Compito primo deve quindi essere quello di conservare questo capitale per chi verrà dopo di noi. I nostri padri e i nostri nonni hanno accumulato questa ricchezza quando la vita era ben più dura e ricca di privazioni rispetto ad oggi. A che titolo possiamo attingere ad essa per migliorare il nostro tenore di vita?
Diverso è il discorso per quanto riguarda i frutti del capitale, cioè la ricchezza che può essere prelevata ogni anno senza intaccare il patrimonio complessivo.
Ma qui bisogna essere chiari. La resa degli investimenti considerati sicuri è oggi molto bassa e fatica a recuperare l'inflazione. Poiché il capitale va comunque integrato dell'inflazione se non vogliamo che esso svanisca lentamente, ne deriva che la quota spendibile è assai più piccola di quanto può sembrare a prima vista.
Che fare dunque?
Si potrebbe cominciare a contenere le spese di funzionamento della Fondazione stessa rivedendo anche i compensi del numeroso organo amministrativo.
Servire una così prestigiosa istituzione per il bene della nostra città dovrebbe essere un onore già di per se appagante.
Riguardo agli investimenti una mano potrebbe essere data dalle pubbliche istituzioni che utilizzano immobili privati presi in affitto per uffici pubblici.
Se gli immobili fossero di proprietà della Fondazione questa avrebbe una buona remunerazione e vedrebbe automaticamente rivalutati i propri investimenti. La Fondazione potrebbe anche partecipare a importanti realizzazioni di infrastrutture utili al nostro territorio mediante project financing purchè sia prevista una remunerazione dell'investimento.
Non mi dilungo oltre, le possibilità non mancano e sarà compito del nuovo consiglio individuarle. Sul come spendere quanto è spendibile non posso che condividere quanto da più parti è stato evidenziato a cominciare dall'assistenza. E' bello pensare che la ricchezza dei Piacentini che ormai più non sono dia una mano ad alleviare le sofferenze dei cittadini più sfortunati. Il tutto, naturalmente nella massima trasparenza e informazione.
*Presidente della Camera di Commercio e Presidente della Associazione Industriali di Piacenza
Giuseppe Parenti*