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Domenica 2 Agosto 2009 - Libertà

«La vita di suor Chiarina, una parabola evangelica»

Il vicario generale monsignor Lino Ferrari ha presieduto il rito
Commosso ricordo di una giovane aiutata dalla religiosa

«Grazie suor Chiarina che sei stata il mio difensore, mi hai raccolta dalla strada e mi hai aiutata, se oggi sono qua lo devo a te». Sono parole che danno il senso dell'operato di madre Chiarina Grazio, missionaria in Etiopia della congregazione di monsignor Torta, morta giovedì scorso a 74 anni in seguito a dolorosa malattia, ed insignita del premio "Angil dal dom" che sarà assegnato alla memoria il prossimo 20 settembre. Il commosso saluto è di Felekech Gibrde, giovane donna originaria di quel paese africano che, ieri mattina è arrivata appositamente da Roma, dove lavora, per partecipare alla messa funebre celebrata in cattedrale alle 10.30 e seguita da una folta partecipazione di religiose, sacerdoti, cittadini, sostenitori delle opere missionarie, bambini, ora uomini e donne, fatti adottare da suor Chiarina a famiglie piacentine ed italiane.
Il feretro ricoperto di margherite bianche e dal tipico mantello etiopico al centro della navata, nelle prime panche le consorelle, il fratello Luigi, la sorella Marinella con le rispettive famiglie, ed il sindaco di Piacenza, Robero Reggi, intervenuto «per manifestare - sono testuali parole - la vicinanza della città a questa suora che, con spirito di umiltà ha servito i poveri con generosità tenendo alto in questo modo il cuore di Piacenza».
Il rito, iniziato con un ricordo dell'intensa attività della suora scomparsa, da parte della superiora della casa madre madre di Piacenza, suor Teresa Bianchi, è stato presieduto dal vicario generale della diocesi, monsignor Lino Ferrari, che ha portato il cordoglio del vescovo Ambrosio (in pellegrinaggio in Terra Santa), con il cappellano dell'istituto religioso, Mario Fornasari e con il vicario per la pastorale, monsignor Giuseppe Busani.
E' stato quest'ultimo che nell'omelia ha definito «una bella parabola la storia della sua vita» e ne ha tratteggiato la figura attraverso tre immagini simboliche, la prima appunto la sua sconfinata umiltà. «Mi viene in mente Chiarina sulla soglia della casa di Dio sorpresa di essere accolta da Gesù». Proseguendo con il commento alla seconda lettura, la lettera di san Paolo: «La vedo protesa verso il bisogno senza paura di passare il confine, una di quelle persone che ci rivelano la verità della vita». Infine la terza immagine suggerita dalla fotografia ricordo della suora con un neonato fra le braccia: «Donna fragile nel corpo ma fatta grande da questi gesti, ora l'abbraccio che tu hai donato ti viene restituito dal Padre».
Molte le testimonianze: Marco Rezzoagli, del gruppo Michele Isubaleu, ha letto un testo nel quale è stata riconosciuta «la capacità di scegliere in ogni situazione di stare dalla parte della vita»; per Adriano Dotti e Tiziana Libé, rispettivamente consigliere e vicedirettore della Fondazione di Piacenza e Vigevano: «E' stato giusto celebrare qui il funerale dove avrebbe dovuto ricevere il premio».
Suor Lina, provinciale delle scalabriniane, ha ricordato che: «Quando era a Piacenza avevamo iniziato con le superiori delle altre congregazioni incontri congiunti ed una collaborazione». Don Olimpio Bongiorni, parroco di Piozzano, che ha finanziato anche con i soldi di famiglia opere murarie nelle missioni, ha segnalato che: «25 anni fa la nostra comunità, con l'allora sindaco Elefanti, fu tra i primi sostenitori del progetto, lanciato da suor Chiarina, delle adozioni a distanza, ora aiutiamo una sessantina di bambini». Analoga iniziativa anche dall'associazione "Parma per gli altri" di cui era presente una delegazione. I medici Carlo e Anna Fornaini di Carpaneto, genitori adottivi di Dagma e di altri bambini indiani e brasiliani, hanno riconosciuto nella religiosa: «La grandissima libertà di pensiero, non giudicava mai, anzi giustificava sempre». Anche il preside della scuola media Calvino, Renato Curtoni, aveva conosciuto la religiosa: «Era venuta nella nostra scuola a parlare con i ragazzi che sostenevano la scuola intitolata al nostro alunno morto giovanissimo, Michele Isubaleu», mentre per Umberto Capelli, ex sindacalista della scuola: «Mi ha colpito il suo silenzio sulla malattia perché non voleva lasciare l'Etiopia». Numerosi i gruppi di sostegno presenti alle esequie, tra i quali le "Mamme della speranza" e la rispettiva componente giovanile "Viverà".
La salma di suor Chiarina Grazio è stata tumulata nella cappella dell'Istituto al cimitero urbano.

Maria Vittoria Gazzola mariavittoria.gazzola@liberta.it

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