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Sabato 15 Agosto 2009 - Libertà

«Musicoterapia, un aiuto importante per gli anziani»

Alla Madonnina di Caorso, in 100 alle "lezioni"

Caorso - Alleviare le sofferenze delle persone non autosufficienti o colpite da demenza e morbo di Alzheimer si può: grazie alla musica e in particolare alla musicoterapia. A volte con risultati davvero sorprendenti, tanto da migliorare realmente la qualità della loro vita. L'esperienza è stata fatta con successo alla Madonnina di Caorso, con un ciclo di incontri che va avanti da oltre un anno e mezzo. Il primo progetto-laboratorio, guidato dal musicoterapeuta Stefano Schembari, si è concluso a maggio: finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, è stato seguito da un centinaio di anziani, divisi in due gruppi. Nel primo gruppo c'erano anziani affetti da forme di demenza associata a problemi motori e a depressione, nel secondo anziani affetti da demenza di Alzheimer di grado severo. «Tanto è stato l'entusiasmo e tanti i benefici - precisa la direttrice della struttura, Carla Sforza Visconti - che abbiamo deciso di continuare questa esperienza dopo la conclusione del primo ciclo, a maggio, e proseguiamo gli incontri, ora a carico della struttura, sia con il musicoterapeuta Stefano Schembari che con l'intervento di Fausto Rossi e Marino Scaglia, del gruppo "Stradivari Group", i quali con voce e fisarmonica contribuiscono a rendere gioiose le giornate dei nostri anziani». Il corso viene svolto nel giardino esterno. «La musicoterapia ha aiutato in particolare i malati di demenza ad attivare o mantenere le capacità cognitive residue e, non secondariamente, a recuperare la dimensione affettiva attraverso la piacevolezza delle emozioni», precisa ancora la direttrice. «Se gli ospiti della Madonnina sono in grado di provare piacere ascoltando una vecchia melodia a loro familiare - continua - significa che si riesce a dare qualche chance in più a pazienti in fase avanzata». Due aspetti della musica sono noti: il primo è la grande influenza sul tono dell'umore, rilassa e rasserena l'ascoltatore; il secondo è il suo forte potere mnestico: il riascolto di un brano musicale può evocare con molta precisione eventi del passato. «Abbiamo avuto modo di constatare che ospiti con i quali è impossibile stabilire una comunicazione verbale - afferma Sforza Visconti - nelle sedute di musicoterapia, cantano ricordandosi le parole delle canzoni. Se l'uso di ansiolitici è da evitare, specialmente in fase avanzata, la musicoterapia va incoraggiata: ha dimostrato di facilitare l'attenzione, l'espressione delle emozioni e lo stimolo della parola, riducendo i disturbi comportamentali e migliorando le capacità relazionali e noi puntiamo su questo».

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