Martedì 7 Luglio 2009 - Libertà
Festa per Francesca piacentina d'Africa
Giovedì raccolta-fondi agli Orti dei Degani
Giovedì 9 luglio, Piacenza dedica una giornata a Francesca Lipeti, medico piacentino di 46 anni, persona rara che da quindici anni si adopera, con tenacia e laica vocazione, per l'aiuto e per la condivisione dei grandi problemi del popolo Maasai, gestendo il presidio sanitario di Lengesim, sperduto villaggio nella Savana sud-occidentale a cinque ore di viaggio da Nairobi (Kenya). Un impegno che, nel 2006, le ha valso, fra gli altri, il premio "Angil dal Dom". Il riconoscimento viene assegnato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano ai piacentini che si sono distinti per la loro opera meritoria fuori dall'Italia.
Lengesim, dove opera la dottoressa Lipeti affiancata solo da un infermiere e da un aiuto, conta 2mila abitanti, nelle aree e villaggi circostanti ne vivono circa 8mila. L'Health Center venne costruito agli inizi degli Anni '90 grazie a don Domenico Pozzi, già parroco di Cortemaggiore e dal 1977 in Kenya ad Ongata Rongai, vicino a Nairobi, dove ha fondato una grande missione.
Presidio medico Oggi l'Health Center di Lengesim comprende due ambulatori per le visite, una stanza per medicazioni, una per le vaccinazioni, una per le visite prenatali, una per il counselling, una per la sterilizzazione, il laboratorio, la farmacia, la sala parto. Il reparto degenza comprende due stanze da due letti per gli uomini, due per le donne e una per i bambini, un ambulatorio, lavanderia e cucina. Alla fine del 2007 si è completato un reparto per malattie infettive di quattro stanze, costruito da Stefano Baldini di Piacenza e intitolato alla sua mamma, Meris Raimondi.
L'arredamento per questo reparto venne offerto dalla parrocchia del Preziosissimo Sangue. Dal ‘94, le attività dell'Health Center comprendono la visita mensile ai villaggi con lezioni di educazione sanitaria, vaccinazione, registrazione e peso dei bambini, visita dei malati a delle donne incinta.
L'attenzione sociale Francesca Lipeti, collaboratrice della storica missione di Ongata Rongai, continua il suo impegno tra i Maasai nonostante un impoverimento di risorse. E va detto che l'azione di Francesca si svolge con una dinamica propria, a contatto quotidiano con gli abitanti dei boma, insieme ai quali la dottoressa sperimenta il sapore - a volte drammatico - di un'intensa compenetrazione con la natura, in questi luoghi particolarmente dura e oggi profondamente segnata dalla siccità e dalla carestia. La dottoressa non si limita alle indispensabili cure ospedaliere di prima necessità, all'assistenza delle donne in maternità, all'instancabile ricerca di possibili soluzioni alle emergenze quotidiane, bensì la sua è una tensione totalizzante, antropologica, sociale, umanitaria in senso lato, di piena e convinta fratellanza e solidarietà.
risultati I risultati di carattere sanitario sono notevoli e molteplici.
Come Francesca stessa rendiconta: «La mortalità si è ridotta, la poliomielite, il tetano neo-natale sono scomparsi, come la difterite e il morbillo, mentre il vaiolo è sradicato da una decina di anni. Vediamo, purtroppo, casi di tubercolosi. Un risultato è la maggiore coscienza di cosa sia medicina preventiva e di comunità. Se oggi diciamo alle mamme di bollire l'acqua e di proteggersi dalle zanzare perché si prende la malaria, troviamo rispondenza. La vita media si è un po' allungata, sui 60 anni, non è male».
E' in corso la campagna per l'eradicazione del tracoma, malattia infettiva che colpisce gli occhi e può portare cecità.
piccoli passi In quelle semisconosciute terre di frontiera, dove semplicemente sopravvivere alla siccità, alle malattie e ai conflitti tribali è fatica estrema, Francesca Lipeti ha coltivato stretti rapporti interpersonali con le donne Maasai, scambi che l'hanno portata ad infrangere pregiudizi e remore ben consolidate. Francesca ha sempre voluto e cercato di imparare e conoscere senza imporre scelte forzose o comportamenti subalterni. Dice, umilmente, agli amici di compiere solo "piccole, piccole cose", evitando azioni stravolgenti, ma determinante è il suo ruolo di ispiratrice di una certa emancipazione femminile. La dottoressa Lipeti si è messa in cammino accanto ai Maasai, un cammino difficile, mai minacciato, finora, da un senso di rinuncia, dalla tentazione - per stanchezza o rassegnazione - dell'abbandono di quella che si può definire una "chiamata" a mettere in pratica gli ideali evangelici più profondi.
p. s.