Mercoledì 24 Giugno 2009 - Libertà
Dalle opere floreali alle Arie d'opera: successo in Fondazione per la mostra unita alle note
piacenza - Fiori e figure femminili sono un binomio abbondante nel melodramma: alcune eroine hanno infatti nomi parlanti e "fioriti" come Iris di Mascagni o Violetta di Verdi. Altre volte, il fiore sottolinea un gesto emblematico nell'opera lirica come nel caso di Carmen che lancia un fiore carico di passione a Josè. La proposta dell'associazione "I colori del Mediterraneo" ha voluto indagare questi aspetti attraverso una doppia proposta, ospitata recentemente nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano: da un lato, l'associazione di via Scalabrini ha voluto diffondere la pittura figurativa prodotta da nuovi talenti (non solo in senso anagrafico) con l'esposizione di soggetti sul tema "Fiori, giardini e figure femminili nell'opera lirica". Alessandra Rosi, Isa Bobbi, Marilena Prazzoli, Piero Ercoli, Stefano Zilocchi, Luisa Driganti, Carmen Madaro, Maria Luisa Papa, Monia Sogni, Roberta Braceschi, Xenia Djubakova, Beatrice Fasoli sono stati i soci espositori nella cornice dell'auditorium, per l'occasione un giardino arricchito di composizioni floreali. Dall'altro lato, la serata si è espressa nella modalità concertistica, presentata dal presidente della Tampa Lirica, Carla Fontanelli: il giovane soprano Eleonora Alberici (che ha indossato due abiti a tinte floreali) e il pianista Roberto Sidoli, codirettore del coro voci bianche della corale di Fiorenzuola, hanno trasmesso al pubblico numeroso non solo un'esecuzione con "tutte le note a posto" ma anche una sensibilità interpretativa felice. La Alberici è stata scoperta a 15 anni dal regista Marco Bellocchio che la volle protagonista del docu-film Addio del passato; è la più giovane interprete di Violetta Valery a livello internazionale. Il concerto è stato aperto da due impegnative romanze consecutive dall'Otello verdiano, Aria del salice e Ave Maria dove il salice incarna presentimento e rassegnazione nell'ansia della notte di Desdemona. Dopo un "Intermezzo" strumentale dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni, la Alberici ha ricordato l'aria che ne ha condizionato la carriera: Addio del passato dalla Traviata di Verdi, seguito da Sì, mi chiamano Mimì dall'opera verista La Bohème di Puccini. Altri brani strumentali sono stati Alla primavera di Grieg, un Intermezzo tratto da Manon Lescaut di Puccini e Canto di primavera di Mendelsson. Ancora fiori come messaggeri della dicotomia eterna tra amore e morte sono stati al centro del messaggio di Poveri fiori da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e dell'illusione di Un bel dì vedremo da Madama Butterfly di Puccini.
Elisa Malacalza