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Venerdì 19 Novembre 2004 - Libertà

La terra piacentina da un secolo. Primogenita anche con i migranti

Da stasera le Settimane Migratorie

La grande famiglia dei migranti, che nel mondo conta oltre cento milioni di persone, ha trovato la sua casa ideale proprio qui da noi, con Giovanni Battista Scalabrini, Vescovo di Piacenza, e Francesca Cabrini, le cui origini sono poco al di là del Po, a Codogno. Nel mondo sono conosciuti come il Padre e la Madre dei migranti. Una coppia di ferro, verrebbe da dire, per proteggere figlie e figli spesso bistrattati e incompresi. E seppur lasciando stare la protezione dei santi, con buona pace per chi a queste cose poco ci crede e pensa di poterne fare a meno, è anche grazie a persone di questo calibro che la terra piacentina è ricca di un tesoro invidiabile di solidarietà, aiuto, soccorso e dialogo. E' un patrimonio che va messo a frutto, ed è in questo tesoro ancora tutto da scoprire che le "Settimane Migratorie" (stasera alle 20,30 il primo incontro su "migrazioni e diritto" all'Auditorium della Fondazione) si innestano, come "formula" ed iniziativa culturale che nel contesto nazionale è un'esclusiva piacentina. Nei convegni programmati ragioneremo, con un pensiero che prelude all'azione, su argomenti importanti e attuali dell'immigrazione. Ed è un modo di procedere che nasce da una grande considerazione per le persone, per la loro capacità di ascoltare, conoscere e riflettere; per la loro voglia di superare quell'inadeguatezza che sugli immigrati sa solo dire che sono tanti, alcuni buoni, altri cattivi, comunque diversi da noi. Come ogni terza domenica di novembre, la Chiesa ha pensato di dedicare loro una Giornata. Meglio, l'aveva pensata, voluta e ottenuta ai primi del novecento il nostro Vescovo Scalabrini, per pregare, sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere aiuti. A quel tempo erano i piacentini ad emigrare all'estero, assieme ai milioni di italiani che partivano dalle Regioni che oggi sono ricche: Lombardia, Veneto, Piemonte. Grazie al loro sacrificio hanno contribuito al benessere della terra lasciata e di quella che li aveva accolti. Se la storia ha i suoi ricorsi, va dato almeno uno sguardo benevolo agli immigrati stranieri che sono parte di noi.

Gianromano Gnesotto

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