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Domenica 28 Giugno 2009 - Libertà

Un giorno da superstar per le auto da leggenda

I motori tornano a rombare: 200 "bolidi" alla partenza

CASTELLARQUATO - Difficile, se non impossibile, incontrare in giro per il mondo una gara paragonabile alla Silver Flag.
Le caratteristiche della manifestazione regina del palinsesto motoristico storico piacentino e tra le dieci più importanti al mondo - organizzata dal Cpae in collaborazione con Provincia, Comuni toccati dalla manifestazione, Aci, Camera di Commercio, Asi, Fondazione di Piacenza e Vigevano - sono tali da elevarla ad un evento inconfondibile ed impareggiabile. Per capirlo basta dare un occhio alla giornata di ieri, la prima delle due di questa 14esima Silver Flag, in dirittura d'arrivo oggi. Al via di Castellarquato, lungo gli 8,5 km di salita che portano a Vernasca via Lugagnano, ci sono circa 200 auto da sogno. Esemplari storici, scelti tra la marea di domande di partecipazione per passato sportivo e rarità, giusto per citare due criteri essenziali.
Vetture divenute leggenda, esattamente come alcuni piloti che le hanno domate (a proposito, al via di quest'anno, con una Osca, c'è anche il mitico Stirling Moss), altre che hanno toccato record di velocità prima di allora impensabili ed altre ancora che hanno segnato epoche stilistiche. Poi, ci sono particolari meno visibili che rendono unica la Silver Flag: le regole.
La Silver Flag, infatti, non è una gara di regolarità. Ma non è neanche un concorso di eleganza. La manifestazione vive di una particolare formula, una via di mezzo tra una corsa a tempo ed un concorso di eleganza: in gioco solo vetture da competizione, percorso della "gara" chiuso al traffico, assoluta mancanza di agonismo e di cronometri. A vincere saranno le auto migliori per la giuria giudicatrice, composta da nomi competenti dell'automobilismo italiano.
La Silver Flag 2009, dopo le verifiche tecniche del venerdì pomeriggio e della prima mattina di ieri, comincia alle 11. Le vetture, ad un intervallo di 30 secondi, partono da Castellarquato per raggiungere Vernasca. Alle 15 e 30, il copione si ripete con la seconda salita dei concorrenti. Il richiamo è forte verso la gara in salita che, nel secolo scorso, faceva di queste strade della Valdarda un orgoglio motoristico. Che, grazie alla Silver Flag, è più vivo che mai.
Partenza dopo partenza, l'atmosfera è sempre più calda. Il rombo dei bolidi è frastornante, ma è musica per chi i motori li ha nel sangue. Ed anche l'odore di benzina e degli scarichi può avere una doppia interpretazione: puzza acre per alcuni, profumo di corse per gli amanti delle quattroruote. Il circo che ruota attorno all'evento è di prim'ordine e fa di Castellarquato un grande box a cielo aperto. I motorhome allestiti come per un grand prix, i camion dell'assistenza pronti a sguinzagliare meccanici in caso di guasti, gli stand di questa o quell'altra casa automobilistica fanno tutto parte di un corollario che arricchisce uno scenario già ricco.
Uno scenario inconfondibile, in cui si mischiano passato e presente, storico e moderno per un mix di assoluto romanticismo per gli amanti dei motori. Infine, la parte più buona da assaporare, quella che notoriamente viene lasciata in fondo: le vetture.
Nell'anno dedicato dal Cpae alla Maserati, non potevano che essere le vetture del Tridente ed Osca (marchio fondato dagli stessi fratelli Maserati, di origini piacentine, dopo aver ceduto la casa automobilistica che porta lo stesso nome) tra le più numerose al semaforo verde. Si parla di esemplari che farebbero il sorriso di ogni collezionista, come la Maserati 8CM del 1934 che appartenne al grande Tazio Nuvolari e solitamente esposta nel museo di Donington, in Inghilterra. Si passa alla Maserati 250 F del 1954 - senza fare torti a nessun esemplare presente, ognuno con una propria storia importante -, ritenuta da molti l'archetipo della formula uno a motore anteriore.
Ed, ancora, la Osca SE 392 del 1960, una delle ultime barchette costruite dai fratelli Maserati. Indimenticabile anche la Porsche 917 del 1972, proveniente dall'Austria, con motore da 520 cavalli che diventano 1100 nella versione Can-Am. Il modello dell'auto della casa di Stoccarda in questione, è lo stesso che toccò nelle prove della 24 ore di Le Mans il picco record di 380 km orari.

Riccardo Delfanti

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