Venerdì 15 Maggio 2009 - Libertà
Due studiosi a confronto sull'uso del nome di Dio
Oggi all'auditorium della Fondazione i professori Sequeri e Petrosino in un incontro che anticipa il Festival di Teologia
Oggi alle 18, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si terrà un incontro che può essere giustamente considerato una sostanziosa anticipazione del Festival di Teologia. I professori Pierangelo Sequeri, docente di Teologia fondamentale alla Facoltà Teologica di Milano e di Estetica Teologica all'Accademia di Brera, e Silvano Petrosino, docente di Filosofia morale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, si intratterranno sul tema "Non nominare Dio invano".
Il tema si presenta estremamente significativo, a pochi giorni dall'apertura del secondo Festival di Teologia che intende ragionare sul tema della preghiera, tema così caro a tutte le tradizioni religiose, in particolare a quelle che si indicano solitamente con il titolo di "Religioni del libro". Il sottotitolo del Festival, "La Parola, le parole" dice in estrema sintesi la necessità, per le religioni rivelate di legare le parole dell'uomo a Dio (la preghiera) alla Parola che Dio rivolge all'uomo (la Rivelazione).
Non è un caso che, allora, sia nella religione ebraica che in quella cristiana e nell'Islam (che in qualche modo da quella tradizione prendono le mosse) risuoni perentorio il divieto "non nominare Dio invano", perché la tentazione di catturare Dio dentro le parole dell'uomo, di legarlo ad una visione troppo umana del divino, di farne un despota assoluto imprigionandolo nelle nostre categorie, è sempre molto forte. Di qui il divieto di non nominare il nome di Dio: sarà interessante vedere come i relatori interpreteranno questo divieto, raccordandolo alla tradizione apofatica che ha segnato la tradizione cristiana da sempre (tradizione per cui il silenzio è la vera parola di Dio e su Dio) ma contemporaneamente a quel nome che solo Gesù riesce a dare a Dio in tutta fiducia: "Padre".
Senza dimenticare l'uso improprio del nome di Dio che ha percorso la storia dell'Occidente cristiano, fino a giustificare gli orrori e le somme ingiustizie della storia; come pure la qualifica assoluta (e perciò divina) che altri nomi hanno assunto nel corso del tornante ideologico che ha segnato gli ultimi due secoli dell'Europa (contagiando anche altre realtà geografiche). Anche per questo il divieto ci pare assolutamente prezioso, per evitare il ripetersi di altri disastri, che sono sempre pronti ad affacciarsi sulla scena del mondo.
Poiché entrambi i relatori sono molto impegnati sul versante fenomenologico sarà interessante vedere come essi ripercorreranno i momenti significativi della tradizione cristiana (teologica ma anche filosofica), e soprattutto come presenteranno e discuteranno la declinazione di tale imperativo che è realizzata (o negata) dall'esistenza di ogni singolo uomo.
In questo sforzo filosofico-teologico i due relatori avranno modo di presentare gli approdi di due percorsi di pensiero decisamente impegnati a confrontarsi con la modernità, come dimostrano le loro pubblicazioni e gli interventi che ci hanno donato in questi anni: nell'incontro di oggi saranno coordinati dal professor Enrico Garlaschelli, uno degli organizzatori del Festival, che certamente ha lavorato non poco per la realizzazione di questo incontro.
don GIGI BAVAGNOLI