Sabato 30 Maggio 2009 - Libertà
Catena di delitti e misteri nel nuovo libro di Gazzola
E' un'indagine pericolosa quella in cui Fabio Gazzola si imbatte nel suo ultimo libro, che sarà presentato oggi alle 17.30 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Indagine pericolosa (Lir editore) non è un semplice giallo: il lettore non trova l'omicidio e l'assassino da scoprire. Ciò che l'autore racconta è una catena di delitti e misteri, ambientati nella città giusta, Torino, che tuttavia presenta non poche somiglianze con l'ambiente piacentino: una serie di morti misteriose, suicidi improvvisi su cui l'ispettore Maggi è chiamato ad indagare suo malgrado. E sarà proprio il caso, difficile da archiviare sotto l'etichetta di "un suicidio come tanti", a fornire al protagonista l'occasione per confrontarsi con realtà improbabili ma non impossibili, colleghi apparentemente sciocchi ma in realtà animati da spirito investigativo.
Gazzola torna alla letteratura per la terza volta: nel 2007 ha pubblicato un libro di poesie d'amore vero, nel 2008 il thriller Nessun movente ed ora invece approda in libreria con un giallo psicologico, in cui il lettore è chiamato a capire, ad indagare, a cercare la sua verità.
«Quando ho iniziato a scrivere questo libro non sapevo come sarebbe andato a finire», spiega l'autore. «Non lo so mai nel momento in cui decido di iniziare a raccontare una nuova storia. Ho lavorato in polizia per diversi anni e ovviamente nel racconto questa esperienza non manca: i personaggi del romanzo derivano da un mix di persone conosciute e realmente esistenti». E in effetti si vede: i personaggi, liberati della patina narrativa, sono spesso ambigui e sfuggenti. Come Maggi, apparentemente "l'uomo senza qualità" che in realtà nasconde la sua intelligenza finché non si appassiona al caso. Un po' autobiografico forse?
«Non direi - risponde Gazzola -, almeno non Maggi». L'immagine dell'ispettore si delinea fin dalle prime pagine: "Maggi era caratterialmente un misto tra l'ironico ed il maleducato bullo cronico; era, per chi lo conosceva bene, una persona alla quale poter mettere la propria vita in mano e, per chi lo conosceva poco o ne aveva solo sentito parlare, una persona da evitare". E ancora si legge: "Dagli occhi di ghiaccio, un po' spenti ultimamente per le tante disavventure e per l'età, non più proprio in erba, mostrava sempre e comunque un fascino che lo contraddistingueva, lineamenti dolci, che lui provò sempre a confondere con una certa durezza".
Ma se non è Maggi, quale è il personaggio a cui l'autore appare più legato? «Io mi rivedo molto in Inardi - spiega Gazzola -, il poliziotto che rinuncia al suo passato per affrontare il futuro. E comunque l'ambiente che descrivo è quello che conosco: sono stato spesso a Torino, ho studiato approfonditamente i luoghi in cui ambientare il romanzo. Scrivere significa innanzitutto informarsi».
E la strada di Gazzola-scrittore non è ancora finita: «In programma c'è un nuovo capitolo della saga su Maggi e un thriller del brivido».
BETTY PARABOSCHI