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Martedì 16 Novembre 2004 - Libertà

Galleria Ricci Oddi, verso una proroga del consiglio?

Il caso. Il Comune è ancora in cerca di una formula per contare di più nel Cda. Timori sugli stanziamenti

S'avvicina a grandi passi la scadenza del consiglio di amministrazione della Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, organismo in carica da cinque anni. Il 20 novembre è formalmente la data di un ipotetico cambio della guardia per l'istituzione di via San Siro. In realtà, da tempo l'Amministrazione comunale Reggi (come quella che l'ha preceduta che puntava a poter esprimere il presidente del consiglio) ha lavorato per arrivare ad una modifica dello statuto originario voluto dal donatore Giuseppe Ricci Oddi al fine di far pesare di più la presenza e le scelte del Comune di Piacenza nella compagine gestionale. Non va dimenticato che è l'ente pubblico a stanziare i fondi per la vita della galleria, in virtù proprio degli antichi accordi siglati con il donatore. Ma, a pochi giorni dalla data del rinnovo, nulla si muove in tal senso.
C'era, per la verità, una proposta tessuta dopo vari mesi di lavoro dall'ex assessore alla cultura Stefano Pareti, prevedeva, tra l'altro, una definizione più manageriale per la figura del direttore e il raddoppio dei consiglieri espressi dal Comune (da 2 a 4), portando quindi da 7 a 9 membri il consiglio di amministrazione (gli altri consiglieri sono espressi da Prefettura, Amici dell'Arte, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Accademia di San Luca e dalla famiglia del donatore).
"Ma anche su questa ipotesi di raddoppio dei consiglieri comunali, peraltro mai discussa in consiglio, alla fine non tutti sembravano d'accordo - spiega oggi il presidente Lino Gallarati - pareva a qualcuno che si prevedessero anche troppe funzioni per il direttore". Così la questione resta aperta.
Gallarati, da sempre paladino dell'autonomia gestionale dell'istituzione, è indaffarato, nel frattempo, a chiudere il bilancio preventivo. "E non so come, ad essere sincero, se non verranno confermati i 150mila euro annuali per la galleria. Si sente parlare, in generale, di tagli sulle spese del Comune. Ma noi siamo già all'osso. Molti anni fa successe che, per mancanza di risorse, ci venissero tagliati i fili del telefono, speriamo di non arrivare a tanto" si augura il direttore.
Come vede questo delicato momento il neo-assessore alla CulturaAlberto Squeri? "Sullo statuto la questione è ancora aperta, risulta difficile modificare la formula originaria, ci sono dei rischi. E i problemi giuridici legati allo statuto e ad una sua nuova definizione sono da risolvere". Da qui l'ipotesi di proseguire nel rinnovo con il vecchio statuto, difficile pensare di rimettere mano alla situazione a breve. Ma si valuta anche l'ipotesi di una proroga dell'attuale organismo per un anno, e nel frattempo si cercherà un'ulteriore mediazione.
"L'Amministrazione comunale vorrebbe in ogni caso nel 2005 affrontare il rilancio della galleria - assicura Squeri - con mezzi adeguati e un rinnovamento degli strumenti finora usati.
Si cerca la chiave per rilanciare l'istituzione nella sua funzionalità, e per farne uno strumento di attrazione di presenze su Piacenza, per un'utenza extra-cittadina". Serviranno risorse nuove, anche dal punto di vista umano. "C'è un ottimo direttore, il rinnovo del consiglio potrebbe però essere l'occasione per affiancare e ripotenziare queste forze".
Idee di rilancio, mezzi più adeguati, nuova concezione: priorità indicate da sempre su cui tornare a lavorare. Gli stanziamenti per il 2005? Davvero rischiano di contrarsi? "Potrebbe avvenire, per il giro di vite nazionale sui fondi comunali - risponde Squeri -. La situazione dei bilanci comunali è nota. Ciò conferma che bisogna trovare vie diverse per assicurare fondi, il futuro che ci aspetta non fa sperare che le cose possano migliorare, dovremo percorrere altre strade". Si vedrà. L'assessore però indica come priorità certa nell'agenda 2005 dell'Amministrazione proprio il rinnovamento dell'istituzione di via San Siro. "Abbiamo esempi validi a cui guardare per richiamare un turismo culturale, come Brescia, Treviso o la stessa Cremona".

Patrizia Soffientini

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