Sabato 23 Maggio 2009 - Libertà
La sfida che attende l'Azienda per i servizi alla persona
L'unificazione nell'Asp
Con il voto favorevole espresso dal Consiglio Comunale di Piacenza si è finalmente conclusa la fase "politica" che porterà nei prossimi giorni il Vittorio Emanuele, gli Ospizi Civili, la Fondazione Pinazzi Caracciolo ed il Pio Ritiro Santa Chiara a unificarsi nell'Azienda pubblica di Servizi alla Persona (ASP) "Città di Piacenza". L'Azienda, integralmente pubblica, nasce con un obiettivo davvero sfidante: realizzare un sistema integrato di interventi e di servizi sociali in grado di abbracciare l'intera sfera dei bisogni della nostra città. Per fare ciò è chiaro che non basterà replicare i servizi oggi offerti dalle quattro IPAB ma sarà necessario fornire all'Azienda l'opportunità di generare valore aggiunto, conferendole ulteriori servizi ed evitando che il processo di trasformazione e di unificazione si riduca ad un banale assemblaggio delle attività già svolte.
Aumentare e rendere maggiormente accessibile l'offerta di servizi alla persona ad un costo sostenibile (sia per i singoli fruitori che per la comunità piacentina) è la vera sfida da vincere. Viaggiando, rispetto ad oggi, con una marcia in più. Ad una maggiore velocità rispetto a quella delle problematiche socio sanitarie che investono il nostro sistema, prevedendo in anticipo i bisogni ed organizzando le risposte, offrendo ai cittadini una fitta e solidale rete di servizi. Tante sono le attività che vedranno l'ASP protagonista: assistenza socio-sanitaria alle persone anziane non autosufficienti o fisicamente e socialmente svantaggiate; accoglienza di minori e di adulti diversamente abili; assistenza di minori senza famiglia o provenienti da famiglie disgregate; accoglienza alloggiativa a donne sole; recupero di persone a rischio di emarginazione sociale o affette da dipendenza; sostegno pratico ed economico alle persone in difficoltà; formazione di operatori addetti ai settori socio-assistenziali.
Tante attività, ed altre ancora se ne aggiungeranno, che però da sole non saranno sufficienti a traguardare gli obiettivi di sostenibilità del sistema. Al percorso delle "competenze" andrà infatti associato un percorso delle "risorse", ottimizzando la capacità di spesa, migliorando l'utilizzo delle attuali dotazioni strumentali e di personale, garantendo risparmi di scala ed impedendo la duplicazione di servizi e di strutture.
Con un occhio al presente e l'altro al futuro. Anticipando (come previsto dalla normativa regionale) le complesse scelte di accreditamento dei servizi e quelle di omogeneizzazione delle tariffe, dove qualità e sostenibilità dovranno trovare un equilibrio difficile ma necessario.
In questa sfida, il tema del personale sarà strategico. Se infatti è vero che in un qualsiasi processo produttivo il personale fa la differenza, ancora di più la fa nel settore dei servizi alla persona, specie nei servizi socio-sanitari o assistenziali. E fa la differenza sia per i significativi costi che impone, collegati al tema della "qualità" dell'assistenza, sia per l'elevata professionalità che il personale oggi offre.
Parliamo infatti di settori delicatissimi, in cui le doti professionali ed umane degli operatori che vivono a contatto quotidiano con la sofferenza, con il disagio e con la disperazione, sono un patrimonio incommensurabile. Sono il "di più" che fa la differenza. Un patrimonio di valori umani che non si può acquisire solo a scuola o nei percorsi formativi ma che si possiede nel proprio DNA, che si struttura con l'esperienza, con la fatica quotidiana del rapporto interpersonale, con la condivisione dei percorsi di cura e di assistenza. Ma soprattutto sono valori che "parlano" il linguaggio del cuore. Un linguaggio universale che non trova ostacoli e che le persone in difficoltà riescono a cogliere più di chiunque altro. Per questo ritengo che proprio dagli operatori delle 4 strutture coinvolte nella trasformazione sia necessario partire per vincere la sfida.
Coinvolgendoli pienamente e facendosi guidare verso un futuro che valorizzi ancora di più l'assistenza e la solidarietà ai meno fortunati che anche a Piacenza, purtroppo, sono ogni giorno sempre di più. Non dimentichiamolo e soprattutto non dimentichiamoli.
*Presidente del "Vittorio Emanuele II"
LUIGI RABUFFI