Sabato 23 Maggio 2009 - Libertà
Padre Gilbert: «La solidarietà ci libera dal male»
Presentati gli atti della rassegna teologica del 2008 e il libro "Corpo e religioni" di Donato Falmi
E' entrata davvero nel vivo la seconda edizione del Festival della Teologia dedicata a "La Parola, le parole": accanto ai numerosi incontri e dibattiti del programma, è presente anche un ricco calendario di eventi collegati al Festival. Si guarda al passato, alle esperienze della scorsa edizione dell'iniziativa dedicata al tema del male e diventata un volume, presentato nel Salone degli Affreschi del Palazzo Vescovile dal presidente dell'Assocciazione Teologica Piacentina Enrico Garlaschelli, da don Giuseppe Lusignani dell'Ufficio diocesano dei Beni Culturali e da padre Paul Gilbert.
"… ma liberaci dal male", questo il titolo della rassegna teologica del 2008 che ha delineato un percorso tra le forme di male dell'antico e del moderno (al proposito il teologo Pierangelo Sequeri parla del "tragico degli antichi che lascia spazio alla disperazione dei moderni"). «Il male è il dramma della strage degli innocenti ritratta nella tela di Procaccini nella chiesa di San Sisto», spiega don Lusignani. «E' qualcosa che ci afferra completamente, è il fatto malvagio contro cui ci ribelliamo: la vita della ragione inizia nella consapevolezza dell'ingiustizia». L'umanità intera è chiamata in causa, nella sua disperata convinzione di essere necessariamente illimitata: «Ma è proprio la possibilità del limite a metterci continuamente di fronte alla sproporzione - prosegue - e nel contempo a non farci rimanere vittime di essa».
Il male riguarda tutti, «è passione che l'uomo subisce», aggiunge padre Gilbert, che nel suo intervento cita Cartesio e Heidegger. «Noi siamo costitutivamente fatti dall'angoscia, dal timore della morte. Come cerchiamo di liberarci? C'è una possibilità di uscire da questo dramma dell'esistenza umana? ». La risposta data da padre Gilbert è univoca: «Si deve affrontare con la solidarietà». E' questo dunque lo strumento che "libera dal male" e aiuta l'uomo a sopportare il suo senso di limite; questa l'idea che emerge anche nella raccolta degli atti, «ordinati alla luce delle tematiche emerse», come spiega Garlaschelli.
Ma tra gli eventi collaterali non c'è spazio solo per il male: nell'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Luciano Manicardi, Giorgio Bonaccorso, Roberto Cipriani, Veronica Roldan e Alessandro Olivieri Pennesi, coordinati da Giuseppe Mura, presentano il volume Corpo e religioni edito da Città Nuova di Donato Falmi. Al centro del dibattito, che ha anche visto la presenza del vescovo di Piacenza e Bobbio Gianni Ambrosio, è una corporeità intesa come «luogo del dono e della responsabilità, corpo-soggetto che abbraccia in sé l'idea di spirito e che permette di ricevere il mondo», spiega Manicardi. Da qui emerge chiaramente la tragedia dell'occidente moderno: Bonaccorso parla di «oggettivazione del corpo» e fugge dalle false proposte di dualismo e unitarismo in nome di un monismo «non riduzionista, perché si rifà al paradigma della complessità». Il volume raccoglie anche studi sui sincretismi religiosi, interventi sulla new age trattata da Olivieri Pennisi e sulla religiosità carismatica analizzata dalla Roldan.
BETTY PARABOSCHI