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Sabato 23 Maggio 2009 - Libertà

La donazione Mazzolini trova casa

A San Lazzaro potrebbe nascere un terzo polo culturale con il museo diocesano
Le opere saranno temporaneamente ospitate al Collegio Alberoni

piacenza - La donazione Mazzolini ha trovato temporanea ospitalità nella Galleria del Collegio Alberoni, dove verrà allestito uno spazio espositivo aperto al pubblico, negli orari di visita del Salone degli Arazzi. L'accordo triennale, rinnovabile, tra l'Ufficio beni culturali della diocesi e l'Opera Pia Alberoni è stato annunciato ieri nella Sala degli affreschi del Vescovado durante l'incontro di presentazione del catalogo del lascito Mazzolini, pubblicato dalla Fondazione S. Antonino S. Colombano di Piacenza ed edito dalla società Cenacolo.
Nel suo saluto agli intervenuti, il vescovo monsignor Gianni Ambrosio ha evidenziato l'importanza dell'iniziativa e, ricollegandosi all'altro appuntamento che lo vedeva impegnato ieri (l'inaugurazione del Festival della Teologia), ha sottolineato come l'arte e la teologia possano diventare due vie per avvicinarsi a Dio. Il catalogo su cui si è soffermato il responsabile dell'Ufficio diocesano beni culturali, don Giuseppe Lusignani, riproduce i quadri e le sculture (in tutto 899 pezzi) raccolti dai medici milanesi Giovanni Battista Ettore e Fede Simonetti, destinati alla loro infermiera, Domenica Rosa Mazzolini, originaria di Brugnello in alta Valtrebbia, che a sua volta ha voluto beneficiare la diocesi. «Questo volume è uno strumento di base, per dare una panoramica della consistenza del lascito, senza schedature delle singole opere», ha spiegato don Lusignani, ringraziando gli sponsor Edipower, Credito Bergamasco e Selta, che ne hanno reso possibile la realizzazione.
Adesso si guarda al futuro e alla gestione non priva di consistenti oneri, come ha messo in luce Renzo Capra, presidente della Fondazione S. Antonino S. Colombano, nella quale siedono anche Angelo Mazzoni, Luciano Gobbi, monsignor Mario Poggi, monsignor Lino Ferrari, monsignor Domenico Ponzini e don Lusignani. Consiglio che rimarrà in carica ancora due anni. «Per la Fondazione non ci sono attualmente soldi, né vogliamo toccare le risorse della Curia necessarie per altre finalità», ha affermato Capra. Investimenti sono stati necessari per l'esposizione a Piacenza (con appendici a Bobbio e a Castellarquato), con cui il lascito si è mostrato alla città, e per la catalogazione e valutazione di ciascuna opera certificata in tribunale: «La stima, effettuata due anni fa, indica un valore complessivo tra i 15 e i 20 milioni di euro», ha detto Capra. «Adesso si tratta di trovare la sede definitiva per circa un terzo di questo patrimonio e capire come attuare la gestione».
La presidente dell'Opera Pia Alberoni, Anna Braghieri, ha offerto la propria collaborazione: «Abbiamo progetti notevoli per l'Alberoni e non è escluso che ci sia la possibilità di fornire una sistemazione più completa e permanente. A San Lazzaro - ha auspicato - potrebbe nascere un terzo polo culturale, nel quale potrebbe trovar posto anche il museo diocesano». La donazione prevede che eventualmente alcune opere possano essere vendute per finanziare la valorizzazione del lascito. «Mi auguro - ha commentato ieri Rosa Mazzolini - che i piacentini si facciano carico della donazione», le cui opere hanno partecipato a mostre a Maleo (a Villa Trecchi), Rieti (Immagini e Linguaggi, da Modigliani a Fontana, a Palazzo Potenziani) e Ravenna (Giorgio de Chirico il metafisico, a Palazzo De André). Sono state inoltre richieste - ha anticipato don Lusignani - per prossime esposizioni a Ravenna, Caserta, Brindisi e Moncalieri (Dal mito alla contemporaneità: tessere la vita).

Anna Anselmi

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