Domenica 3 Maggio 2009 - Libertà
Un excursus socio-storico della comunicazione giornalistica a Piacenza dal 1848 ai nostri giorni : questo l'interessante argomento offerto col tradizionale proprio stile dinamico ed accattivante di Fausto Fiorentini ad un attento pubblico della Società "Dante Alighieri" intervenuto alla Galleria Ricci Oddi per la conferenza dell'insigne relatore nel quadro del Ciclo culturale organizzato dalla "Dante" per il 120° anniversario della propria fondazione
Un excursus socio-storico della comunicazione giornalistica a Piacenza dal 1848 ai nostri giorni : questo l'interessante argomento offerto col tradizionale proprio stile dinamico ed accattivante di Fausto Fiorentini ad un attento pubblico della Società "Dante Alighieri" intervenuto alla Galleria Ricci Oddi per la conferenza dell'insigne relatore nel quadro del Ciclo culturale organizzato dalla "Dante" per il 120° anniversario della propria fondazione.
Dopo alcune "voci libere", osteggiando gli Austriaci nel primo 1848 con "Erìdano" e "Tribuno del Popolo", alla fine della stessa annata col ritorno dell'Austria i giornali chiudono. L'Austria non è stata di per sé espressione di un governo da demonizzare: il Lombardo-Veneto ne ha in effetti ricevuto una indubbia positività, ma è altrettanto ovvio che il desiderio di libertà nazionale è pur sempre un'esigenza istintiva e ragionevole, e la "stampa" suscita sempre timori nell'occupante. Tornata la libertà nel 1859 dallo straniero, nascono "Il Progresso" e "Il Piccolo", filodemocratici. E nel 1883 sorge il quotidiano "Libertà" ad opera di Ernesto Prati senior. Si passa man mano da un giornalismo ancor di tipo di comunicazione letteraria rivolta ad una élite intellettuale (l'analfabetismo era massimo) ad un giornalismo nuovo, più attento alla notizia e al fatto. E trovano vita parecchi periodici di categoria, o di estrazione cattolica, nonché umoristici, ed anche ad impronta più strettamente culturale, tra la fine dell' '800 e la prima parte del secolo scorso. Sono invero molteplici le pubblicazioni, alcune delle quali sovente hanno però durata altalenante o breve, mentre altre vivono vita più prolungata. "La Voce del Progresso", "L'Indicatore Piacentino", "L'Amico del Popolo", "La Voce Cattolica", sono solo alcune delle numerose "testate" del tempo. Nascono "La Trebbia" e "Il Nuovo Giornale", ancor oggi in sana vita.
E i giornali cattolici in particolare durano in quel periodo, anche stante l'occhio sospettoso con cui la Chiesa, in fresca epoca post-Questione Romana, guardava l'altra stampa.
Ma il '900 è un secolo buio nella "comunicazione" : due micidiali guerre mondiali e una dittatura sono la tomba di essa. Però, con la seconda guerra mondiale, un ruolo consistente e nuovo lo assume una forma di comunicazione che potremmo definire moderna: la radio. La quale, dopo un momento critico, troverà un suo notevole sviluppo immediatamente dopo, riuscendo peraltro a tener banco alla nascente e dominante televisione. Nascono anzi, negli anni, una molteplicità di radio libere, e anche Piacenza diviene man mano ricca di organismi radiofonici, molti dei quali tuttora assai fiorenti.
E nel contempo vi si affiancano strutture televisive locali sempre più valide.
Tuttavia, pur in un ampio quadro informativo televisivo, vive un florido giornalismo locale della "carta stampata", con una pluralità di voci e di testate, quotidiane e settimanali, le quali sono pertanto espressione di una indubbia levatura culturale aperta della città.
Al termine della applaudita conferenza, alla quale era presente l'aiutante dei Carabinieri maresciallo Bossio in rappresentanza dell'Arma, il Reggente della "Dante" Roberto Laurenzano ha offerto a Fiorentini due prestigiosi volumi di arte, in segno di riconoscenza per l'interessante incontro culturale.
Carlo Musajo Somma