Lunedì 4 Maggio 2009 - Libertà
Zuffi spiega ai più piccoli l'arte di Raffaello
Lo scrittore del bel volume "Il mondo dipinto" ospite del Fai in Fondazione
piacenza - Ventidue maestri, che si immagina prendano la parola per raccontare in prima persona la genesi di altrettanti capolavori dell'arte di tutti i tempi. E' l'idea con cui, nel libro Il mondo dipinto edito da Feltrinelli Kids, lo storico dell'arte Stefano Zuffi introduce i più piccoli nell'affascinante mondo delle botteghe e degli atelier degli artisti.
Zuffi, che è stato, tra l'altro, curatore delle collane "I dizionari dell'arte" e "La storia dell'arte" (allegata al quotidiano la Repubblica), ha scelto di interpellare, ciascuno su un proprio dipinto, Giotto, Van Eyck, Mantegna, Botticelli, Leonardo da Vinci, Giorgione, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Bruegel, Caravaggio, Rembrandt, Velásquez, Vermeer, Goya, Turner, Renoir, Degas, Van Gogh, Seurat, Picasso e Kandinskij.
A rappresentare Raffaello, è la Madonna Sistina, dipinta dall'Urbinate nel 1512-13 per l'abbazia benedettina di San Sisto a Piacenza. Dopo la vendita avvenuta nel 1754 ad Augusto III di Sassonia, la pala sull'altare maggiore della basilica è stata sostituita da una copia, mentre l'originale si può ammirare alla Gemaldegalerie di Dresda. La presentazione del libro di Zuffi, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha offerto così lo spunto per tornare a parlare del celebre quadro. L'iniziativa è stata organizzata dalla delegazione piacentina del Fai, Fondo per l'ambiente italiano, che sabato alle 16.30 ha in programma una visita guidata (prenotazioni entro il 5 maggio all'agenzia viaggi Gotico, con contributo di 5 euro) proprio in San Sisto, in particolare alla cripta recentemente restaurata.
Zuffi ha precisato di aver attinto a ricordi, memorie, citazioni, scritti, testimonianze dei pittori o dei loro contemporanei per scrivere storie che ha cercato di calare in ambienti e contesti «il più possibile fedeli alla realtà dell'epoca». Raffaello è colto, per esempio, in un momento di confidenze con la donna amata, la Fornarina, il cui volto sarebbe stato immortalato in quello di Maria nella pala piacentina. A colpire è anche la soluzione spaziale di grande effetto, ispirata - suggerisce Zuffi - dall'abside della chiesa, in cui si aprivano finestre rettangolari e scendevano tendaggi verdi. Il quadro dà quasi «l'illusione di una finestra dipinta», in una scena solo in apparenza semplice, con il Bambino tranquillo e sereno tra le braccia della Madre, accanto a San Sisto papa e a Santa Barbara. L'osservazione ravvicinata riserba invece qualche sorpresa, come il cielo nebbioso che si rivela formato da testine di angioletti a mo' di nuvole o la ghianda che corona la tiara di San Sisto, omaggio a Giulio II della Rovere, che a Raffaello aveva commissionato gli affreschi delle stanze del suo appartamento privato.
Anna Anselmi