Mercoledì 6 Maggio 2009 - Libertà
Piccolo Fratello, ciak sui ragazzi di strada
L'Africa neorealista di Ilacqua fra dolore e riscatto
"Ndugu Mdogo - Piccolo Fratello" è il titolo del film di Fabio Ilacqua e Roberto Pelitti, sarà presentato questa sera alle 21 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia 12. «Questo documentario - spiega il regista Fabio Ilacqua - della durata di circa 80 minuti, racconta la vita e l'esperienza di un gruppo di bambini di strada dello slum di Kibera, Nairobi-Kenia e il percorso compiuto insieme ai volontari e a Padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano, verso la ricostruzione di un'identità ed il recupero della dignità di questi ragazzi». Si è trattato di un lavoro realizzato insieme a Roberto Pelitti ed è l'espressione di una sorta di neorealismo dei giorni nostri. In un Paese in cui la sofferenza è forte e in cui le facce dei bambini richiamano certi volti di Rossellini.
Fabio Il acqua ha nel suo Dna qualcosa di piacentino: «E' vero - spiega - ho abitato per anni nelle campagne tra Castelsangiovanni e Chignolo Po, ma il mio punto di riferimento è stato Piacenza, una città ideale, a misura d'uomo e vicina ai grandi centri metropolitani. Sono rimasto fino al 2003, poi per motivi di lavoro sono stato inghiottito dalla Grande Milano e ho cominciato a occuparmi di Padre Kizito e della sua opera. Lui, a differenza dei tanti che intendono svolgere un'attività a favore di chi vive in situazioni di disagio e di sofferenza, ha avuto il merito di far emergere i bisogni dei bambini di strada, far fronte alle esigenze della gente del posto, non con una mentalità europea, pur sempre coloniale, legata alla nostra cultura e alle nostre esigenze. Kizito ha saputo tirare fuori i bisogni reali e la cultura del Kenya, il Paese in cui ha deciso di operare. Io e l'amico Pelitti, siamo stati estasiati da questo modo lavorare, da questa intelligenza vera, da un uomo, Kizito, che ha lavorato senza mai trascurare i bambini di strada. Dando loro speranza, aiuto e tanta solidarietà. Ed è così che ho deciso di lavorare al "Piccolo Fratello", forse per rifarmi la bocca dopo gli anni di "Nonsolomoda"».
Dei quali Ilacqua spiega: «Nacque da un'idea di Fabrizio Pasquero, storico autore di Mediaset. In onda dal 1983, è uno dei programmi più longevi della rete. Nonostante il titolo possa trarre in inganno, la moda non è che uno dei tanti argomenti trattati dal programma: si parla infatti anche di arte, architettura, viaggi, nuove tecnologie, approfondimenti sul mondo del cinema, della televisione, della pubblicità e dei motori, con un particolare riguardo nei confronti di usi, costumi e tendenze della vita quotidiana. Dopo tanto consumismo, la voglia di occuparmi di chi soffre e sempre tanta, e in questo senso devo ringraziare Arnoldo Mosca Mondadori, che grazie al sostegno della Fondazione Mediolanum e in collaborazione con Amani Onlus Ong, ha prodotto il "Piccolo Fratello". Attualmente OJ&I e Arnoldo Mosca Mondadori, sempre con il sostegno della Fondazione Mediolanum e in collaborazione con la Fondazione Francesca Rava, stanno producendo un film che intendo realizzare, sulla situazione di Port-au-Prince, Haiti, e sull'opera di padre Richard Frechette, sacerdote e medico.
Molto attivo Ilacqua. Stasera il suo lavoro, quel "Piccolo Fratello" sarà proiettato e - certamente - in tanti vorranno vedere questo film, fatto di tanti frammenti messi insieme e poi montanti. «Ma non finisce qui - conclude - c'è anche il desiderio di tradurre in immagini "Shikò", libro di Padre Kizito la storia di una bambina di strada, una delle migliaia di "street children" che popolano - infestano, secondo i benpensanti - la città di Nairobi. Un mondo parallelo, dove la sopravvivenza è una gara quotidiana, la fame e il dolore si ingannano sniffando colla e assumendo droghe, la violenza è l'unica regola, i confini fra vita e morte si confondono».
Mauro Molinaroli