Mercoledì 22 Aprile 2009 - Libertà
Caorso, torna a splendere la cappellina della Rocca
cAORSO - Torna a splendere, aperta al pubblico in via eccezionale in occasione della Settimana della Cultura, la cappellina penitenziale della Rocca medioevale di Caorso. Al suo interno, un prezioso tesoro restaurato di recente con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano: un ciclo di affreschi religiosi, che raffigurano estratti della vita della Madonna, di Cristo e di San Francesco, risalenti all'inizio del Seicento e realizzati da una mano sconosciuta, probabilmente quella di un pittore emiliano riconducibile al Tardomanierismo, interpretato con note di originalità. A presentarlo ieri il funzionario della Soprintendenza per il patrimonio storico artistico di Parma e Piacenza Angelo Loda, che per primo una decina di anni fa fu incaricato di un sopralluogo nella cappella dall'assessore Stefano Gandolfi, e che poi ne ha seguito le operazioni di recupero, l'esperta Roberta Dalla Turca, il cui laboratorio si è occupato materialmente del restauro, il sindaco di Caorso Fabio Callori e Luigi Zani della Fondazione.
Durante la conferenza di presentazione Loda ha spiegato la storia, per quanto è stato possibile ricostruirla, e le caratteristiche degli affreschi. Realizzati in un'angusta stanzetta dalla volta a botte, collocata in una sorta di ammezzato del castello e destinata evidentemente a cappella privata, gli affreschi furono commissionati da una famiglia di cui resta lo stemma, ma impossibile da identificare concertezza: la decorazione è simile, ma non identica, a quella degli Arisi, noti tra l'altro a Piacenza solo a partire dal secolo successivo, e d'altra parte non ha nulla a che vedere con quella dei Mandelli, che alla Rocca danno il nome. E' però possibile, ha spiegato Loda, che a ordinare la loro realizzazione sia stata una famiglia legata da rapporti di parentela con i Mandelli.
Misteriosa è pure l'identità del pittore, presumibilmente un artista locale, legato alla tradizione emiliana e tardomanierista dell'epoca ( il 1606, indica la data incisa sulla porta in legno della stanzetta). Roberta Dalla Turca ha quindi illustrato il lavoro realizzato con le collaboratrici Francesca Gasparini e Chiara Dalbon, che hanno restaurato le dodici scene affrescate: l'Albero, la Morte con la falce, la Sacra famiglia, la Fuga in Egitto, la Visita ad Elisabetta, l'Annunciazione, l'Adorazione dei pastori, la Presentazione al tempio, la Natività della Vergine, Cristo con un angelo, San Francesco che riceve le stimmate e l'Ecce Homo, sovrastati da una volta stellata.
Da definire le prossime visite alla cappella.
Alessia Strinati