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Mercoledì 22 Aprile 2009 - Libertà

«Una grande parrocchia viva»

Il parroco don Luigi parla della comunità e della sua chiesa



Monsignor Luigi Chiesa
Parli di Corso Vittorio Emanuele e non puoi fare a meno di ricordare la Collegiata di Santa Teresa. Costruita dai Carmelitani Scalzi a partire dal 1650, in stile barocco, rappresenta un esempio raro, tra le chiese attualmente aperte al culto nella città di Piacenza, di decorazione pittorica di inizio Settecento. All'interno il parroco monsignor Luigi Chiesa, mi presenta l'area del presbiterio e le cappelle decorate ad affresco con ricche quadrature, opera dei cremonesi Natali, e figure dovute a Robert de Longe, G. Angelo Borroni, Sebastiano Galeotti e Bartolomeo Rusca, appartenenti alla prima metà del Settecento. E poi insieme percorriamo il cortile lungo la canonica, per sfociare in via Nova dove sono i locali del catechismo e la sala dell'oratorio. Ha lavorato con i parrocchiani, don Luigi, in questi anni ed oggi la parrocchia è un punto di riferimento per tanti: «La Parrocchia di Santa Teresa - spiega - conta circa quattromila persone. La composizione sociale? E' varia, giovani coppie, anziani soli, nuove e vecchie povertà, gente benestante. Il territorio della parrocchia comprende oltre parte del Corso anche la zona di Piazzale Genova, parte di via IV Novembre e via XXIV Maggio, via Campesio, Vitali e Varazzani e poi via Santa Franca con il conservatorio Nicolini, il cinema Politeama e un tratto di Facsal; insomma, un'area molto ampia. La partecipazione alle celebrazioni e alle attività parrocchiali è buona. Al catechismo partecipano circa 150 bambini e ragazzi. Preziosissima l'attività delle catechiste - mamme coadiuvate da ragazze giovani - con classi di 25-30 bambini e ragazzi. La parrocchia - continua don Luigi - è anche e sempre più punto di riferimento per tante persone bisognose. E' compito della comunità essere un segno visibile e concreto della Carità di nostro Signore. Da anni teniamo un fondo di solidarietà per aiutare le persone in situazioni difficili, soprattutto oggi, con la grave crisi che attraversa il mondo intero».
Il passato si fa presente e viceversa, per don Luigi che ricopre anche l'incarico di vicario episcopale per il territorio di Piacenza città e Gossolengo: «Per oltre cinquant'anni in Stradone Farnese, hanno avuto la loro casa e un ruolo importante i Missionari Saveriani. Fondati a Parma nel 1895 dal Beato Conforti, erano giunti a Piacenza nel 1948. La loro casa oltre che centro di attività missionaria fu ed è ancor oggi sede del Pio Ritiro Santa Chiara, un'opera pia che ha diritto ai locali per ospitare una ventina di signore. L'intero complesso è stato recentemente rilevato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, mentre la chiesa di Santa Chiara, ancora aperta al culto, fa parte della parrocchia di Santa Teresa».
E allora veniamo al Crocifisso di Santa Chiara la cui devozione è sempre stata molto viva nei piacentini, ma niente di paragonabile a quanto è stato nei decenni passati. Fine del Medioevo. In una notte invernale, con la città semisepolta dalla neve, due giovani, suonano alla porta del convento e alla suora che apre la porta, lasciano in deposito una cassa contenente un crocifisso di legno dicendo che torneranno in seguito a ritirarlo, ma non si seppe mai più nulla di loro e il crocifisso restò al convento, diventando ben presto oggetto di una profonda devozione popolare, che coinvolse non solo la città, ma anche zone limitrofe.
Di fronte a Santa Teresa troviamo la chiesa settecentesca di San Raimondo con il Monastero delle Monache Benedettine Cassinesi. E, adiacente, la scuola materna San Raimondo e il Liceo della comunicazione "San Benedetto", presieduto dal professor Agostino Maffi .
Don Luigi torna sulla sua attività di parroco: «Cerchiamo di fare il possibile per la nostra comunità, anche se si è sempre insufficienti rispetto ai tanti bisogni. Per alcuni anni ho avuto come coadiutore e ancora oggi offre un prezioso aiuto don Lorenzo Buttafava. E insieme, è cresciuta la collaborazione e l'impegno di tanti».
Uscendo dalla ci mostra i nuovi locali ristrutturati per giovanissimi e giovani. «Il contatto coi giovani, che grazie a Dio oggi sono un bel numero, la catechesi, il camminare insieme, le varie iniziative di formazione e di carità, sono elementi importanti per una comunità cristiana. Sentiamo forte la mancanza di verde, che so, di un giardino, un cortile, un campo per il calcetto; comunque va bene così. Un momento educativo preziosissimo è la vacanza estiva per giovanissimi e giovani; quest'anno andremo a Falcade, nel cuore delle Dolomiti tra Cortina e San Martino di Castrozza. Sono un bel gruppo che - mi auguro - possa crescere ancora ed essere punto di incontro per tanti altri ragazzi».

ma. mol.

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