Domenica 19 Aprile 2009 - Libertà
Piccole e medie imprese: consorzi contro la crisi
Nelle puntate precedenti avevo posto l'accento sulla necessità di intervenire con urgenza, con misure specifiche, che consentano alle piccole e medie imprese di superare questo momento di crisi economica, finanziaria e patrimoniale.
La forte riduzione dei fatturati, a causa del forte calo della domanda, e il conseguente aumento del magazzino dei prodotti invenduti, in questo periodo, è sicuramente uno dei problemi maggiori per le piccole e medie imprese.
Per effetto della crisi i magazzini delle aziende stanno lievitando rapidamente, assumendo valori preoccupanti; le merci rimangono invendute sugli scaffali o nei capannoni, con conseguenze negative sull'indebitamento aziendale e sui prezzi di vendita dei prodotti.
Per cercare di contrastare questo problema occorrerebbe che le piccole e medie imprese si consorziassero e quindi facessero "sistema", per adottare una serie di misure che abbiano lo scopo di aumentare la domanda dei loro prodotti.
Facciamo un esempio.
Oggi una piccola e media impresa non può certamente sostenere da sola l'onere degli investimenti necessari per raggiungere nuovi mercati o potenziali acquirenti, magari dislocati all'estero o nei Paesi così detti emergenti.
Per far questo sarebbe utile costituire il Consorzio delle piccole e medie imprese della Provincia di Piacenza, cui dovrebbero partecipare anche le associazioni locali di categoria degli imprenditori, le associazioni sindacali, le banche, la regione, la Provincia, il Comune, Fondazione, ecc.
Questo Consorzio, opportunamente finanziato, potrebbe realizzare una serie di progetti utili per stimolare la domanda di prodotti delle imprese partecipanti, quali:
1. La creazione sul territorio di una mostra permanente dei prodotti piacentini, una sorta di "outlet" della piccola e media impresa, in cui invitare i potenziali clienti, anche e soprattutto se provenienti dall'estero, sfruttando il polo fieristico. Naturalmente il massimo risultato si otterrebbe se i clienti fossero ospitati a spese del Consorzio e, per migliorare la loro permanenza, si associassero iniziative turistiche, enogastronomiche e culturali.
2. Favorire l'associazione tra una serie di piccole imprese e una media impresa (in forma di Tutor), possibilmente dello stesso settore, o di un settore a monte o a valle del suo processo produttivo, tra cui vi sia già qualche forma di collaborazione.
La media impresa (Tutor) dovrebbe già essere presente nei mercati esteri e in particolare in quelli emergenti quali Cina, India, Brasile, Nuovi paesi Ue. Quest'associazione, collaborazione, dovrebbe tradursi nella possibilità per le piccole e medie imprese di accedere a mercati e clienti diversamente irraggiungibili.
Naturalmente questo agevolerebbe anche l'attività della media impresa, che avrebbe l'opportunità di utilizzare le aziende con cui è abituata a operare anche in mercati dislocati in Paesi molto lontani dalla propria sede naturale.
3. Agevolare il trasferimento sul nostro territorio d'imprese multinazionali o comunque d'imprese di medie e grandi dimensioni.
Il Consorzio potrebbe acquistare una quota di terreni edificabili a destinazione industriale o artigianale, aree dismesse, o destinate ad altri usi, per poi cederle gratuitamente per trent'anni alle imprese che presentino un piano per trasferirsi nel nostro territorio, erogando contributi a fondo perduto per la costruzione delle sedi operative, offrendo assistenza tecnologica e strutture dove poter sviluppare attività di ricerca, quali possono essere le università locali.
Naturalmente dovrebbero essere preferite attività ad alta tecnologia, basso impatto ambientale e alta intensità di lavoro. I risultati di tale progetto sarebbero massimi se fosse favorito il rafforzamento dei poli produttivi già esistenti come il meccatronico e l'agroalimentare.
4. In una prima fase, favorire la creazione di "centri d'acquisto" comuni tra le imprese consorziate dello stesso settore o con attività complementari, che porterebbe vantaggi in termini di economie di scala dei costi aziendali e il completamento della "gamma prodotti" da presentare al cliente finale; per poi puntare, in una fase successiva, alla fusione vera e propria delle imprese, che porterebbe ovviamente notevoli vantaggi in termini di rafforzamento patrimoniale, economico e finanziario delle stesse.
5. Creazione di un sito Web specializzato nella presentazione dei prodotti delle aziende consorziate, che consenta alle imprese di presentare e vendere i propri prodotti.
Tutte le imprese coinvolte dovrebbero comunque ricevere dal consorzio finanziamenti, contributi, consulenza per la realizzazione dei diversi progetti.
A questo proposito segnalo quanto sta già facendo l'Informest, ente costituito da Regione Friuli Venezia Giulia; Istituto nazionale per il Commercio Estero; Regione Veneto.
Unioncamere Veneto; Unioncamere nazionale; Provincia Autonoma di Trento; Regione Trentino Alto Adige; Unioncamere Regione Friuli Venezia.
Tale Consorzio, che opera nel Triveneto, ha consentito l'internazionalizzazione di molte imprese del territorio di competenza.
MAURO PEVERI, Dottore commercialista