Sabato 21 Marzo 2009 - Libertà
Grazie Caritas, in difesa degli ultimi
dalla prima pagina
E poi le "opere" che nel tempo sono sorte per rendere concreta l'azione di aiuto alle categorie deboli del nostro territorio: il centro di ascolto, la mensa, il servizio di volontariato in carcere, il centro diurno, l'ambulatorio Santa Caterina, gli interventi per le emergenze internazionali, la Pellegrina per i malati di Aids.
Ed oggi il Fondo Straordinario in risposta alla crisi economica. In questi anni sono tante le persone che hanno dato un volto alla missione della Caritas: i coniugi Chiappini, don Giuseppe Venturini, don Giorgio Bosini, don Mauro Stabellini, don Giampiero Franceschini, testimoni forti che ci hanno insegnato a guardare agli altri, a promuovere una cittadinanza più solidale e accogliente.
Lo spirito della loro testimonianza è sempre stato quello dell'educazione e della provocazione, dell'azione e della denuncia: ricordiamo tutti il monito dell'indimenticato don Venturini sulla città "potente" e sulla città "dolente". Ma sempre con l'umiltà e la gentilezza, come curiosamente emerge dalle desinenze di tutti i loro cognomi. Così come per i tantissimi volontari che si sono alternati nei diversi servizi attivati, volti sconosciuti che silenziosamente mettono il loro tempo e la loro vita a disposizione degli altri.
L'altro giorno passando nei nuovi uffici ho incontrato un medico in pensione ed un dirigente bancario, che mai avrei pensato di trovare in quei luoghi. Il cuore dei piacentini è grande anche per questi gesti di servizio nascosti, che non chiedono nulla in cambio se non lo sguardo profondo di chi ha bisogno di aiuto.
Negli anni l'organizzazione si è via via strutturata con l'Ufficio pastorale, la Fondazione Autonoma Caritas diocesana, l'Associazione Carmen Cammi dei volontari.
Ed ora la Caritas apre la sua nuova sede in Via Giordani ed è suggestivo vedere come la Chiesa piacentina offra strutture nuove e accoglienti, anche dal punto di vista edilizio e architettonico (come per la mensa in via San Vincenzo), in difesa degli ultimi. E' significativo che le strutture della carità siano belle e curate, perché la qualità della nostra solidarietà si vede anche in questi particolari. Una solidarietà che deve essere riflessione sulla giustizia, condivisione di valori, rete di persone e istituzioni, rifiuto della violenza, voglia di incontro con le persone.
E soprattutto messaggio ai giovani. La cosa che più colpisce oggi è proprio l'impegno alla Caritas di tanti giovani uomini e di tante giovani donne che hanno deciso di dedicare la loro vita, anche professionale, per aiutare le persone che stanno peggio: i senza dimora, i carcerati, chi perde il lavoro, le famiglie che non riescono a finire il mese, le ragazze madri…Allora grazie Caritas e buon lavoro al nuovo direttore.
Paolo Rizzi