Lunedì 2 Marzo 2009 - Libertà
In scena l'incanto della bambola abbandonata
piacenza - Un albero florido, un limpido cerchio di gesso del Caucaso e una fedele compagna di giochi seduta ad attendere. Poco distanti alcune piccole figurine in cartapesta, abiti semplici e faccine delicate, accolgono chi entra. Varcare le porte del Teatro dei Filodrammatici in questi giorni può voler dire immergersi in una fiaba, anzi in due: La storia della bambola abbandonata di Sastre si intreccia a Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht nell'originale idea di Strehler riportata a nuova vita da Andrea Jonasson e dagli attori del Piccolo Teatro di Milano.
Del progetto intorno a La storia della bambola abbandonata, realizzato da Teatro Gioco Vita e Piccolo Teatro con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, già si sa: un'intera scuola come la "Giordani" coinvolta in quaranta giorni di prove e laboratori, una ricca rassegna di attività condotte anche da Veronica Ambrosini, Mario Peretti e Roberto Dassoni e un'esperienza unica, che senza dubbio resterà a lungo nel cuore dei piacentini.
Lo spettacolo invece ha debuttato in un "Filo" che ha registrato il tutto esaurito, tra applausi e grandi ovazioni: per tutti, da Chiara Claudi, Riccardo Ballerini, Tommaso Minniti, Francesco Guidi, Camilla Zorzi, Fausto Verginelli, Matteo Ghisalberti, Giovanni Passera, Giorgio Ratto e Roberto Vacca fino agli scolari della "Giordani". Una trentina i bambini impegnati nello spettacolo e suddivisi in due gruppi che si alterneranno nelle prossime repliche (previste al "Filo" il 6 e il 7 marzo alle 21, l'8 alle 15.30 oltre alle rappresentazioni mattutine da domani fino a venerdì per le scuole): Silvia Alparone, Martina Brizzolesi, Anna Giulia Cassinelli, Anna Montagna, Matilde Burgazzi, Maria Vittoria Iannetti, Chiara Magnelli, Alessia Papetti, Cecilia Bozzini, Gianluca Dodi, Tsegazeab Yifter Fikrou, Raphaela Freitas de Carvalho, Carolina Gandolfi, Ludovico Ghitturi, Luicia Maggi, Federico Marchesi, Barbara Palummeri, Francesco Repetti, Paola Ruminska, Stian Bacchini, Mangal Bertuzzi, Emanuela Braghieri, Matteo Ceruti, Rebecca Dallanegra, Giacomo Cosma De Poli, Anna Menzani, Davide Monti, Elena Nicolini, Beatrice Sacchetti, Filippo Zaninoni.
Nel foyer del teatro sono allestite le creazioni realizzate con il Laboratorio Zazì di Parma e con alcune docenti della "Giordani": ma è sul palco che va in scena il vero incantesimo. A chi appartiene la bambola contesa dalla viziata Lolita che l'ha abbandonata e dalla povera Paca che con affetto se ne è presa cura? E di chi è il bambino del testo brechtiano? E' della serva Gruscia che lo ha allevato o della Governatrice che lo ha partorito e poi dimenticato? Sono queste le domande a cui la pièce cerca di dare una risposta semplice e sincera: è la Jonasson a dirigere le trame del lavoro, lei quasi affettuoso Demiurgo che vende palloncini e racconta storie incantate di terre vicine e lontane. Evoca giudici strampalati e ciabattini dall'animo guaritore; sul palco si alternano maschere del Caucaso e piccoli quadretti di bontà, incorniciati dalle scene originali di Luciano Damiani e dalle musiche fiabesche di Fiorenzo Carpi.
Si offre un bagaglio di sogni: gesti semplici come una bambina che culla la sua bambola, l'incarnazione di uno spirito femminino in boccio, «le cose che appartengono, come dice il signor Bertoldo, a chi le cura». E' un gioco di scatole cinesi (in cui non mancano neppure gustosissime battute in piacentino), uno spettacolo per i bambini di tutte le età. E si meritano più di un applauso questi piccoli attori della "Giordani": altrettanti però li merita la Jonasson che ha ridato vita a un teatro umano fatto di poesia educatrice e fantasiosa immaginazione.
Betty Paraboschi