Domenica 22 Febbraio 2009 - Libertà
Rivoluzioni e guerre: dialogo con i testimoni
piacenza - S'intitola "Dall'utopia armata alla pace rivoluzionaria", l'incontro che avrà luogo domani sera alle 21 alla Fondazione di Piacenza e Vigevano in via S. Eufemia. Vi prenderanno parte l'inviato del Tg5 e scrittore Toni Capuozzo con il funzionario internazionale Andrea Angeli, l'incontro sarà moderato da Massimo Alberizzi, inviato del Corriere della Sera.
Una serata da non perdere, tenuto conto del fatto che Capuozzo, inviato nei luoghi più scottanti del pianeta, ha spesso dichiarato che nessuna guerra è uguale a un'altra, e comunque non ci si abitua mai, e il cinismo che a volte viene esibito è solo una fragile autodifesa dall'orrore. Lo ha scritto nei suoi libri Occhiaie di riguardo e Adìos, dove ha raccolto le sue esperienze più vere, più crude di un mondo difficile da prendere, sempre e comunque. «Non mi sono mai abituato sono le sofferenze dei bambini - ha detto varie volte - all'indifferenza del mondo, alle false passioni della politica, che usa le guerre per agitare le proprie bandiere». Perché il rischio è che le persone finiscono poi per essere dimenticate o usate per slogan, numeri aridi come e più che nei bollettini militari.
Ha condotto un Tg del tutto particolare come Terra!, con la consapevolezza che la guerra può condizionare i nostri ricordi, la vita in redazione, il modo in cui si vede il resto, dalle relazioni sindacali alle carriere. «Non a caso - ha affermato - ho rapporti più fraterni con altri inviati che hanno le mie stesse esperienze. Ma sono convinto che ogni storia sia importante, mi sono sempre sforzato, dopo un conflitto, di raccontare storie modeste, da posti qualunque, per mettermi alla prova: non vorrei essere uno che vive dell'adrenalina della guerra, o solo delle grandi notizie».
Capuozzo è stato vittima di un sequestro-lampo in Iraq. Disse a se stesso che aveva capito quanto fosse facile cadere in una trappola. Si sentì, in quella disavventura, responsabile per le persone che si era portato dietro, e cercò di mantenere la calma anche a nome loro. Non ebbe paura, il terrore gli venne dopo, al ritorno in albergo, quando capì che tutto era finito. I libri che ha scritto sono pagine preziose di un viaggio senza fine, perché Capuozzo è un inviato vero, che sa andare oltre gli schemi e le facciate.
Professionalmente nutre un grande affetto per Enrico Mentana, che ha avuto modo di apprezzare quando era direttore del Tg5. E' molto amico anche del suo primo direttore, Enrico Deaglio, ed è legato al gruppo degli inviati italiani con cui ha condiviso molte esperienze: Marcello Ugolini della Rai e Guido Alferj del Messaggero. Ed è legato a tre cameraman: Igor Vucic, con cui ha seguito le guerre nei Balcani, Salvo La Barbera, con cui ha vissuto l'Iraq e Garo Nalbandian, il suo operatore armeno a Gerusalemme. Perché gli inviati di guerra sono una razza a sé nel mondo del giornalismo. Possono insegnare tanto, ma rischiano ancora molto. Ergo, un appuntamento ricco, che si presenta particolarmente interessante. Da non mancare.
Mauro Molinaroli