Domenica 22 Febbraio 2009 - Libertà
Diocesi, fondo di carità per affrontare la crisi
In settimana un comitato sotto la direzione della Caritas
Un fondo di carità per aiutare le famiglie piacentine a superare la crisi economica. Lo ha deciso la diocesi di Piacenza-Bobbio al termine del consiglio pastorale di ieri mattina alla Bellotta di Pontenure. A porte chiuse l'assemblea per pubblico e giornalisti, è stato il vescovo Gianni Ambrosio, al termine, a darne notizia nel corso di un incontro con la stampa. In quattro punti la ricette per affrontare una crisi «la cui entità - evidenzia lo stesso vescovo - per ora ci sfugge». In quattro punti un piano le cui caratteristiche dovranno essere in linea con quanto chiesto da papa Benedetto XVI: sobrietà, discrezione ed efficacia.
Primo: la carità. «Senza la carità non c'è la Chiesa - osserva Ambrosio -. Se vogliamo uscire da questa situazione di emergenza dobbiamo educarci ad uno stile di vita diverso».
Secondo: la creazione di un comitato di esperti impegnato a trovare i fondi, a dialogare con le istituzioni, a dare indicazioni operative.
Terzo: il fondo di carità, o solidarietà. Un conto che dovrà essere alimentato attraverso i canali tradizionali di chiesa e parrocchie. «La quaresima è tempo di penitenza e di digiuno - evidenzia il vescovo -, si possono organizzare, ad esempio, cene il cui corrispettivo viene inviato al fondo; poi una sottoscrizione rivolta a tutte le persone che sono più ricche ma anche a coloro che sono povere e generose».
Quarto ed ultimo: parte del fondo di carità verrà impiegato come fondo di garanzia per microcrediti alle famiglie bisognose (dai 2 ai 4-5mila euro, da utilizzare, ad esempio - come confermato da vescovo e direttore Caritas - per pagare qualche rata del mutuo casa). Sono già quattro le banche locali che hanno dato la loro disponibilità. La Caritas diocesana viene investita dell'attuazione del progetto: dovrà tenere i rapporti con gli istituti di credito e monitorare le esigenze che si vengono a creare con la crisi. «Magari - osserva il vescovo - con l'apertura di uno sportello. Necessario sarà collaborare sia all'interno sia all'esterno della comunità diocesana. La solidarietà passa anche attraverso la collaborazione». Monsignor Ambrosio ha auspicato la massima tempestività nell'avvio della macchina organizzativa. Ora la palla passa al direttore della Caritas, Giuseppe Chiodaroli, presente ieri all'incontro con la stampa assieme a Pier Paolo Triani, presidente del consiglio pastorale diocesano. Ancora non si conosce l'entità del fondo di carità e garanzia: «A Pavia hanno iniziato con 200mila euro - cita ad esempio Chiodaroli -. Speriamo naturalmente di avere a disposizione una cifra maggiore. Abbiamo aperto un dialogo anche con la Fondazione. Vedremo. Di certo le richieste di chi ha bisogno aumentano giorno dopo giorno». Con una consapevolezza: «Che la crisi - ha detto ad inizio mattinata l'economista Ettore Gotti Tedeschi, invitato a parlare all'assemblea diocesana - non è ancora iniziata».
Federico Frighi