Martedì 10 Febbraio 2009 - Libertà
Le staminali, quelle cellule che aiutano la speranza
Ne ha parlato il professor Luigi Cavanna al Rotary Piacenza Farnese
Le staminali cellule di speranza. E' stato questo l'argomento della serata svoltasi al Rotary Piacenza Farnese, che ha avuto come protagonista il professor Luigi Cavanna, primario al reparto di oncoematologia dell'ospedale di Piacenza.
In pratica che cosa sono le staminali? Cellule primitive, non specializzate, capaci di entrare in un organo malato e di sostituire le colleghe morte, di diventare dello stesso tessuto dell'organo in difficoltà. Si ammala il cuore, le staminali si fanno cuore, soffre il fegato, si fanno epatiche, soffrono i centri nervosi, eccole assumere la forma e la funzione dei neuroni, una grande scottatura sulla pelle, eccole farsi epidermide…
Cellule bambine, multifunzionali, cellule di scorta per preziosi ricambi umani, cellule dormienti, come soldati di pace pronti al risveglio per differenziarsi e ricostruire là ove il nemico, malattia o vecchiaia, ha fatto i suoi danni.
Il loro uso? Una benedizione del cielo e degli uomini, in medicina. E dove si trovano? Vicino ai tessuti allo stato nascente. Cellule bambine che prediligono aree infantili: nei cordoni ombelicali, negli embrioni e, in misura ridotta, in alcuni tessuti dell'organismo umano con funzioni generative, il midollo osseo, per esempio.
Allora, è fatta! Basta qualche iniezione di cellule bambine ed un cuore zoppicante ritornano a camminar diritto ed a correre come un bersagliere? Un momento, un momento..! Certi gravi malanni scombussolano, a volte inestricabilmente, l'armonia generale del sistema salute. C'è da sudare le sette camicie a riportare ancora tutto sui binari. Le cellule staminali intervengono per ultime, quando almeno le fondamenta si sono bonificate. Allora, danno una mano… Se, tuttavia, la costruzione è molto compromessa e quelle truppe leggere, sempre pronte ad intervenire, che formano il sistema immunitario, sono indebolite troppo, allora anche le staminali iniettate le attaccano.
Esse tradiscono la loro funzione… Tutto collassa. Si dice: l'uomo ha sette vite. Vero, ma per arrivare a tanto ne ha messo in piedi dei sistemi e tutti fini e complessi! Da rispettare, altrimenti…
Che si fa, allora? Si continua a studiare con gran rispetto.
Gli applausi che hanno salutato il professore contenevano anche un evidente ringraziamento: per quest'instancabile ricerca, per l'impegno diretto in corsia, da mattina presto a notte, per essere in contato con mezzo mondo e raccogliere tutti i fili della sperimentazione, per la costante fiducia là ove le staminali hanno aperto uno spiraglio. Il buon clinico ha intuito una prospettiva. Occorre seguirlo. Ed aiutarlo.
Sì, aiutarlo.
Come già ha fatto la Fondazione di Piacenza e Vigevano, assegnando un milione d'Euro agli Ospedali di Pavia e Piacenza per continuare le ricerche sulle staminali. Se con niente si fa niente, con molto si dovrebbe far molto. Insomma, che il piccolo sentiero diventi una stradetta, infine un gran viale con ampiezza di visione e profondità.
Luigi Galli