Mercoledì 11 Febbraio 2009 - Libertà
Muti e l'Orchestra Cherubini:
è l'ora di Mozart e Verdi
Domenica per la Concertistica, sabato prove aperte per le scuole
piacenza - L'ultimo capolavoro sinfonico di Mozart e la Sinfonia da I vespri siciliani di Verdi insieme ai Ballabili del III atto costituiscono il programma dell'atteso concerto con l'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" diretta da Riccardo Muti che avrà luogo domenica 15 febbraio alle ore 20.30 nell'ambito della stagione concertistica della Fondazione Toscanini al Teatro Municipale.
Senza dubbio due degli autori più amati ed eseguiti da parte del celebre direttore e decisamente apprezzati dal pubblico che potrà ascoltare all'inizio la Sinfonia n.41 detta "Jupiter" titolo che col suo rimando mitologico a Giove, come sappiamo, non fu assegnato dal compositore ma probabilmente dall'impresario inglese Salomon, allo scopo di evidenziare il carattere grandioso e divino che caratterizza quest'ultima composizione strumentale di Mozart.
Essa fu composta nell'estate del 1788, una delle stagioni più prolifiche per il compositore salisburghese. Come nella Sinfonia n. 40, non presenta un'introduzione ma un attacco iniziale deciso definisce l'atmosfera dell'allegro vivace irruente.
L'andante inizia sommessamente e solo successivamente sviluppa temi drammatici che nel finale si trasformano in toni di rassegnazione; il minuetto è costituito da una serie di temi semplici che ci riportano ad una certa tranquillità, mentre il finale attacca con un tema di fuga che sarà ripreso più volte con modifiche contrappuntistiche e si arricchisce di espressione nel suo ripetersi.
Per poter avere un'idea delle vette compositive alle quali Mozart era arrivato è sufficiente ascoltare proprio questo finale che è caratterizzato da un tema di sole quattro note dalle quali deriva una costruzione di incomparabile bellezza e sublime compiutezza.
A seguire la Sinfonia de I Vespri Siciliani, una delle più celebri scritte da Verdi. Essa propone alcuni temi portanti dell'opera andati in scena a Parigi nel 1855.
Inizia con un'introduzione lenta basata su due idee, l'oscura pulsazione ritmica (il motivo della morte) cui segue, rimanendo la minaccia sottofondo, un'ampia melodia carica d'attesa. Come uno scoppio improvviso si accende l'Allegro dove la struttura sonatistica racchiude in sintesi lo svolgimento dell'opera, l'evocazione della rivolta alternata ad una grande appassionata apertura melodica per giungere ad una bruciante stretta finale.
L'opera rappresentava per Verdi una sfida ancor più importante e significativa: si trattava infatti di confrontarsi, sul terreno specifico del grand-opéra con il musicista, Meyerbeer, che era considerato in tutta Europa la massima autorità. E naturalmente Verdi dovrà rispettarne i codici: l'ampiezza romanzesca della struttura, articolata in cinque atti, e l'inserzione di un balletto che si trova nel terzo atto. Il soggetto è quello delle Quattro stagioni, regolate dal dio Giano che estrae da un canestro coperto di ghiaccio una fanciulla impellicciata, l'inverno, che intreccia le danze; il ghiaccio si scioglie e dai fiori emerge lo spirito della Primavera; fiori che si trasformeranno poi in spighe di grano; il caldo rallenta le danze, attenuato dall'apparizione delle Naiadi, onde trasparenti in cui le danzatrici si tuffano, inseguite da un fauno. Poi il canestro si ricopre di viticci e di frutta: esce l'Autunno ad avvitare una ronda bacchica che si conclude in un rapinoso galop.
Riccardo Muti e la Cherubini offrono sabato dalle ore 10.30 alle 13 una prova aperta, ad ingresso omaggio, riservata agli alunni delle scuole di Piacenza.
Stefania Nix