Giovedì 11 Novembre 2004 - Libertà
Grazie ai giovani il rilancio della Filo
Società filodrammatica Piacentina - Il presidente Cetti, alla vigilia dell'apertura della stagione del 180°, fa un bilancio di 10 anni di gestione. "Spazio al teatro di ricerca, laboratori, dialogo con la città"
"Nel 1994 ho avuto l'onore di essere eletto presidente di uno dei sodalizi teatrali più antichi d'Italia: la Società Filodrammatica Piacentina, fondata il 30 agosto 1835. Ora, dopo 10 anni molto belli e intensi, dovrò "passare la mano": i miei impegni professionali non mi consentono più di dedicare alla Filo il tempo necessario. Se devo fare un bilancio del mio decennio da presidente, comunque, lo vedo pieno di grandi soddisfazioni personali e collettive. Avevamo tre grandi obiettivi. Primo: riportare all'onor del mondo un teatro splendido e storicamente legato alla nostra attività come il Teatro dei Filodrammatici, che era rimasto chiuso per molti anni. Secondo: dare alla Filo una sede stabile, facendoci riconoscere dalle istituzioni cittadine come un interlocutore alla pari. Terzo: rinnovare la nostra proposta artistica e didattica, uscendo dalla tradizione dialettale per aprirci al teatro "di ricerca", ai giovani, alle collaborazioni con artisti di fama. Li abbiamo centrati tutti e tre".
A parlare è Davide Cetti, presidente della Società Filodrammatica Piacentina, che ha visto coincidere i propri mandati direttivi con un periodo di grandi trasformazioni, e grandi successi, per questo glorioso sodalizio. Titolare di uno studio di commercialista, Cetti annuncia la sua rinuncia a ricandidarsi alla presidenza proprio alla vigilia della sontuosa stagione in cui la Filo si accinge a festeggiare il suo 180° anniversario, che cadrà l'anno prossimo: si parte già questo sabato 13 e domenica 14 alle 21 con l'allestimento di Tre sorelle di Cechov con la regia di Enrico Marcotti al Teatro dei Filodrammatici e si proseguirà per tutto il 2005 con altri quattro spettacoli (l'Orfeo di Cocteau diretto da Mario Mascitelli con l'amico Enzo Iacchetti ospite speciale, la commedia dialettale di Giorgio Tosi Adess ienn tütt a post! con la regia di Alice Bazzani, La peste di Camus con i giovani della scuola di recitazione, e Vëin 'd sambügh fatt in cà, ovvero Arsenico e vecchi merletti virata "al piacentino" da Paolo Buscarini); laboratori e stages di approfondimento per giovani attori, dell'attrice piacentina Mariangela Granelli, della regista Agnese Cornelio, di Carmelo Rifici (assistente di Luca Ronconi) di Luciano Colavero (assistente di Peter Stein), e soprattutto di una grandissima attrice come Elisabetta Pozzi; il ciclo di pubbliche letture Parola per parola; e molta altra carne al fuoco: presentazioni di libri, proiezioni, una mostra alla Galleria Ricci Oddi sui 180 anni della Filo.
Dottor Cetti, lei pone l'accento sul fatto che la Filo è riuscita a farsi riconoscere dalla città come "interlocutore culturale" di rilievo. Quali sono state le tappe più importanti di questo processo?
"Innanzitutto abbiamo avviato la raccolta fondi per restaurare e far mettere in sicurezza il Teatro dei Filodrammatici: la nostra azione in questo senso è stata decisiva, perché siamo riusciti a farci assegnare un miliardo e 400 milioni di lire dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Quindi, in momenti successivi, abbiamo firmato col Comune due convenzioni che ci hanno garantito la collaborazione dell'Amministrazione alle nostre stagioni e un diritto a vederci assegnato il Teatro dei Filodrammatici per i nostri spettacoli in via preferenziale rispetto ad altre realtà teatrali. Ma questi anni sono stati anche caratterizzati dal fatto che ci siamo dotati, in via San Siro, di una nuova sede e di uno spazio teatrale autonomo, la Sala delle Muse".
Questi, però, sono stati soprattutto anni di grande rinnovamento artistico. Chi sono stati i principali artefici di questa "trasformazione" della Filo?
"Abbiamo fatto la rischiosa scommessa di "aprire" alla sperimentazione colta, al teatro di ricerca, e siamo stati ricompensati da un grande successo di pubblico e di critica e dall'afflusso di molti nuovi, giovani artisti dalle province di Piacenza, Parma e Pavia. Tra le figure chiave con cui abbiamo lavorato devo citare il regista piacentino Stefano Tomassini, che ha firmato con noi sotto la sigla Infidi Lumi quattro importanti spettacoli tra cui Il ventaglio di Goldoni all'x Centrale dell'Enel. Poi registi come Lorenzo Loris, premio della critica 2003 per I naufragi di Don Chisciotte, che da noi ha messo in scena La dodicesima notte di Shakespeare, e Mario Mascitelli che ha tratto da Kleist il suo e nostro Kohlhaas. Ma la figura fondamentale, per la crescita della Filo, è stato il nostro direttore artistico Enrico Marcotti, che da regista ha anche messo in scena Le cognate di Tremblay, Al pappagallo verde di Schnitzler e ora le Tre sorelle di Cechov. Senza di lui, niente di tutto questo sarebbe stato possibile".
Con "Il ventaglio" di Tomassini, la Filo è stata coinvolta in uno spettacolo che ha vinto il Premio nazionale della critica teatrale nel 2002.
"Una soddisfazione indimenticabile. Direi che è stata la più bella medaglia che abbiamo ricevuto in questi anni per il nostro lavoro".
E' stato un rinnovamento notevolissimo, che vi ha guadagnato l'attenzione e il rispetto di un pubblico nuovo, ma che avete anche pagato con una "scissione": alcuni attori della vecchia guardia, affezionati al teatro dialettale, hanno lasciato la Filo e se ne sono andati per la loro strada.
"E' una scissione che abbiamo registrato con rammarico e che io ho cercato in ogni modo di evitare. Ma la scelta della nostra nuova strada, per quanto difficile e audace, era in un certo senso obbligata, anche per garantire alla Filo un futuro, un ricambio generazionale. I giovani aspiranti attori seriamente interessati a quest'arte, oggi, sono poco attratti dal teatro dialettale: vogliono il teatro in lingua, vogliono soprattutto il teatro di ricerca. Abbiamo dovuto confrontarci con i tempi. Devo dire, poi, che i rapporti con alcuni nostri "storici" attori dialettali, fortunatamente, sono stati riallacciati: la bravissima Alice Bazzani, per esempio, è sempre con noi e avrà una parte importante nelle celebrazioni per i 180 anni della Filo. Un programma imponente, con cui ho davvero la sensazione di chiudere in bellezza la mia presidenza".
A proposito: chi prenderà il suo posto?
"Il consiglio direttivo è già d'accordo sull'identità del prossimo presidente che eleggeremo: si tratta dell'attuale vicepresidente Vittorina Curtoni, che diventerà così la prima donna a guidare la Filo nei 180 anni di storia della nostra società".
Alfredo Tenni