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Domenica 1 Febbraio 2009 - Libertà

Valcuha: «La mia prima Carmen»

Parla il maestro stasera sul podio dell'Orer

Il dramma lirico Carmen, dalla novella di Prosper Merimée, ha conosciuto una fortuna crescente che il compositore Georges Bizet non poté godere e l'interesse ancora persiste per questo personaggio calato in una realtà diretta, immediata, come l'opera lirica non aveva mai sperimentato.
L'edizione in scena al Teatro Municipale, che, a più di dieci anni dall'ultima volta, debutta stasera alle ore 20.30 (con repliche martedì, sempre alle 20.30 e giovedì, ancora alle 20.30, fuori abbonamento, diretta su Telelibertà alle 20.15), è coprodotta dai Teatri di Modena, Ferrara, Ravenna e si deve alla regia e coreografia di uno dei più grandi coreografi del nostro tempo, Micha Van Hoecke.
L'Orchestra regionale dell'Emilia - Romagna è diretta dal maestro Juraj Valcuha. Julia Gertseva è Carmen, Francesca Sasso fa Micaela, Rubens Pelizzari è Don Josè. Con loro Dario Solari (Escamillo), Paola Santucci (Frasquita), Katarina Nicolic (Mercedes), Gabriele Nani (Dancario), Roberto Carli (Remendado), Ziyan Atfeh (Zuniga) e Alessandro Battiato (Morales). Il Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena è diretto dal maestro Stefano Colò.
Juraj Valcuha è un giovane direttore originario di Bratislava con studi musicali a Pietroburgo e a Parigi. Ha al suo attivo un'intensa attività di direzione sinfonica e operistica in Europa e negli Stati Uniti. Ha debuttato con l'Orchestra Nazionale di Radio Francia, quindi a Tolosa. In Italia ha diretto a Palermo l'Orchestra Sinfonica Siciliana, al Comunale di Bologna Bohème, e negli Stati Uniti ha collaborazioni con l'Orchestra di Pittsburg e Washington. Ha impegni con l'Orchestra di Berlino e Monaco. «Dirigo per la prima volta Carmen - dice il maestro -, e sono affascinato dalla chiarezza della partitura. Bizet ha fatto un lavoro magnifico. Ci sono le percussioni, c'è il colore di Spagna, ma tutto trattato con leggerezza, niente a che vedere con un esotismo di maniera».
Il regista Van Hoecke ha un'esperienza consolidata con quest'opera, per averla messa in scena tante volte in spazi diversi. «Con Van Hoecke mi sono trovato benissimo dice Valcuha -, lui sa mettere i cantanti nella migliore condizione di canto, poi utilizza la sua compagnia di grande esperienza e dunque non abbiamo problemi da questo punto di vista. A Modena - continua il direttore -, abbiamo avuto sempre esaurito, per quattro recite, a conferma dell'interesse del pubblico per Carmen. La musica di Bizet interpreta benissimo le varie situazioni, i colori cupi di Carmen e quelli ariosi, tenui di Micaela. Noi dobbiamo rendere questa difficoltà di accenti».
Diverse esperienze, con orchestre di formazione e cultura diversa consentono al maestro Valcuha una valutazione della situazione corrente.
«Trovo diversità evidenti nel modo di procedere - dice il maestro -. Negli Stati Uniti, contrariamente a quello che si può pensare, dove i teatri vivono di sovvenzioni private, le prove sono sempre ridotte al minimo per mancanza di fondi, ma non manca entusiasmo. Ci sono diversità di carattere. In Germania il suono è diverso da quello delle orchestre italiane dov'è più chiaro, cantabile».
Certo, la situazione economica generale non favorisce l'investimento nelle attività culturali e musicali ma «il fatto economico non è strettamente legato alla qualità dei risultati - osserva il direttore d'orchestra -. In Unione Sovietica non si viveva certo nell'abbondanza, la situazione socio-politica era pesante, ma il livello artistico era incredibilmente alto. Poesia, letteratura, musica erano l'occasione per ritrovarsi, riconoscersi. Dico che bisogna spegnere la televisione, uscire di casa, incontrarsi. Il mondo virtuale del computer, del Cd non è vita, è surrogato. Se dirigo un concerto e il pubblico partecipa, si stabilisce una comunicazione che arricchisce, si torna a casa migliori. Bisogna spegnere la televisione».

GIAN CARLO ANDREOLI

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