Martedì 6 Gennaio 2009 - Libertà
Possiamo imparare dalla crisi
La competizione non sarà più tra singoli ma tra sistemi
Se un effetto positivo è possibile derivare dalla crisi economica che viviamo e che ci accompagnerà nel prossimo futuro, io penso che consista nel diffondersi sempre più generalizzato della consapevolezza che la competizione non può più avvenire sul piano individuale (singola impresa, istituzione o territorio comunale) bensì su quello sistemico: è necessario intraprendere percorsi di collaborazione strategica tra i vari protagonisti dello sviluppo, pensare in termini di integrazione di funzioni , nella chiara consapevolezza che ogni attore non può più fare a meno dell'altro. In particolare torna prepotente il richiamo al ruolo importante dello Stato e delle amministrazioni pubbliche.
Evocando l'"effetto moltiplicatore" di Keynesiana memoria diventano sempre più frequenti da parte degli economisti e non solo , gli inviti a mettere mano alla spesa pubblica , attraverso investimenti in diversi settori,in particolar modo in quello delle infrastrutture.
Marcegaglia e Ance ripetono costantemente che la misura anticiclica per eccellenza, insieme alla riduzione fiscale, è la priorità assoluta data ad un piano straordinario che rimetta in moto le infrastrutture. Daniele Fornari, da ultimo, dalle pagine di questo giornale del 31 dicembre scorso, chiede agli amministratori locali "di attivare un piano di opere pubbliche e infrastrutture ricercando risorse aggiuntive sia private che pubbliche e procedendo rapidamente ad aprire i cantieri già pianificati ed approvati da tempo"
L'Amministrazione Provinciale di Piacenza è pronta , e non da ora, a raccogliere questa sfida ma anche a lanciarne un'altra.
Nel prossimo anno verranno con certezza attivati sul territorio provinciale una serie di cantieri per un importo di oltre quaranta milioni di euro. Si tratta di opere di consolidamento statico e strutturale di ponti ( per esempio a Farini o Vigolo Marchese), di manutenzione straordinaria di sedi stradali ( quali quelle della S.P.587 di Cortemaggiore o della S.P. 412 della Val Tidone,) di ammodernamento e riqualificazione di strade come la S.P. 462 da Fiorenzuola a Cortemaggiore, di realizzazioni di itinerari ciclabili come la pista che collegherà Vallera a Gossolengo….
Naturalmente il pezzo forte è rappresentato dal cantiere volto alla realizzazione della Tangenziale sud-ovest di Piacenza con il secondo Ponte sul Trebbia che, senza considerare l'indotto connesso alla realizzazione di una così consistente opera, metterà a disposizione oltre 17 milioni di euro, che, in gran parte, considerato l'esito della relativa gara , finiranno nelle casse di imprese ( Edilstrade Building, Maserati s.r.l. e Barabaschi Costruzioni) e famiglie piacentine .
E sarebbe ingeneroso dimenticare il pregresso.Basta citare i quasi 13 milioni di euro ( al netto di Iva) stanziati nel corso del 2008 , nell'ambito del contratto aperto, per la manutenzione ordinaria delle strade provinciali, o i 19 milioni di euro investiti nelle scuole superiori nel corso di quattro anni…..
Ricordo inoltre che in tempi medio-brevi potranno partire , riversando sul nostro territorio diverse centinaia di milioni di euro, i lavori di altre grandi opere: quali la variante alla S.P. 6 di Carpaneto con le tangenziali di S.Polo, Crocetta e S.Giorgio, la Conca di Isola Serafini, il nuovo Ponte di Castelvetro nonché una serie variegata di interventi previsti nell'ambito del " Progetto Valle del Po" voluto fortemente dal presidente Boiardi e approvato recentemente dal CIPE.
Ciò premesso, si impongono alcune precisazioni:
1)Nessun soggetto, neppure l'Amministrazione Provinciale di Piacenza, può agire in completa autonomia. L'azione di un ente territoriale risente giocoforza di decisioni normative adottate a livello superiore.Come ebbi già modo di precisare dalle pagine di questo giornale( Libertà 4.12.2006), gli interventi infrastrutturali, in questo Paese, sono rallentati da procedure amministrative interminabili e scoraggiati da risorse e finanziamenti sempre più scarsi.
E' necessario pertanto distinguere le responsabilità dei diversi soggetti che compongono la variegata compagine della c.d. "classe politica", nel cui ambito c'è chi è titolare del potere di legiferare e chi invece di amministrare localmente la res pubblica.
Spetta ai primi il compito fondamentale di varare provvedimenti normativi che semplifichino le procedure riducendo, ex lege , i tempi della realizzazione delle opere pubbliche, sospendano o modifichino i vincoli imposti dal Patto di stabilità interno consentendo agli Enti locali sia più rapidi e regolari pagamenti alle imprese costruttrici sia maggiori investimenti , e soprattutto, in un'ottica antirecessiva, destinino nuove risorse al settore delle opere pubbliche.
Al contrario da tempo vengono denunciati riduzioni agli stanziamenti per le grandi opere e ridimensionamenti drastici ai fondi ordinari per le nuove infrastrutture che "interrompono quel processo di recupero del livello degli stanziamenti attuato dalle ultime due manovre di finanza pubblica del 2007 e del 2008 , dopo la pesante contrazione del triennio 2004-2006" (Dossier Ance 2008).
2)Senza negare l'importanza strategica delle grandi opere, particolarmente efficace in un'ottica anticiclica risulterebbe il sostegno finanziario alle piccole opere urbane e territoriali di supporto e connessione alle prime perché idonee ad aumentare la competitività dei territori e concretizzabili in tempi brevi.
Sono questi interventi, di natura viabilistica e già inseriti nella programmazione regionale ( come la riqualifica della S.P. 11 di collegamento tra la Val Tidone e la Tangenziale di Piacenza o la messa in sicurezza della S.P. 654 della Val Nure o il collegamento pedemontano tra la S.S. 45 e Caratta ) che l'Amministrazione Provinciale di Piacenza, al pari di altri enti territoriali, potrebbe attivare e cantierare già nel 2009.Tanto più che , come dimostra, attraverso una approfondita analisi costi-benefici , il Rapporto Eddington , presentato in un recente convegno della Fondazione Rockefeller, mediamente la redditività socio-economica per unità di spesa , è assai più elevata per le opere di modesto importo che per le grandi opere, sia sotto il profilo ambientale che per gli impatti sullo sviluppo economico complessivo. Da qui il rilievo che dovrebbe essere riservato a quelle piccole opere volte alla messa in sicurezza e alla manutenzione stradale che sono in grado di sostenere la competitività dei territori e di sviluppare un volano economico sicuro e in tempi brevi, abbandonando la logica della "visibilità politica " delle opere a favore di una strategia complessiva più attenta ai reali bisogni anche se meno politicamente connotata.
3)Strategico è infine il metodo di lavoro da mettere in campo: coinvolgimento e consultazione delle forze del mondo economico e sociale (banche, imprese, università, associazioni…) al fine di individuare opportunità, stabilire priorità e formulare le linee portanti di un piano d'intervento infrastrutturale che sia congruo e rispondente alle politiche di sviluppo che si intendono attuare sul territorio ma anche concordato e pertanto meno soggetto a strumentalizzazioni di tipo politico-elettoralistico.
Un metodo di lavoro da adottare per una area vasta, come quella delle Province del Nord-Ovest , ma anche a livello locale, partendo dal processo di consultazione e partecipazione avviato per l'aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale.
Se è vero che in questo momento di crisi le opere pubbliche rappresentano la più importante misura anticiclica , è anche vero che la loro realizzazione non può essere ridotta a semplice"affaire" delle amministrazioni locali. Anzi, sarebbe auspicabile che pure in questo settore , come già avviene in altri, una forma di fattiva collaborazione si sviluppasse tra Provincia, Università, Camera di commercio, Fondazione e in generale, con il mondo dell'impresa, anche a livello di contributo sia scientifico che economico alla progettazione. Ciò consentirebbe di ridurre non solo i costi ma anche i tempi di realizzazione.
Questo è l'atteggiamento che una classe dirigente , non solo politica, , seria , coesa e responsabile dovrebbe adottare.Questa è l'altra sfida che l'amministrazione Provinciale intende lanciare.
di PATRIZIA CALZA
Assessore Provinciale alle Infrastrutture, Viabilità, Trasporti