Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
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Martedì 13 Gennaio 2009 - Libertà

Fondazione, saltano due consiglieri
indicati da Vigevano

A voler essere campanilisti si potrebbe dire che Piacenza ha studiato meglio lo statuto della Fondazione di via Sant'Eufemia rispetto agli amici di Vigevano. Ieri alla verifica dei nuovi consiglieri del "parlamentino" c'è stato il via-libera per tutti i nomi piacentini mentre sono risultati non compatibili, secondo le norme dello statuto della Fondazione, due nominativi (fra cui uno al femminile) presentati dalla componente vigevanese ed espressi dalla Diocesi e dal volontariato della città lombarda.
Il voto a scrutinio segreto del consiglio non ha dato l'ok su queste nomine. Un passaggio increscioso, che forse poteva essere evitato con una disamina approfondita delle incompatibilità. Ora si attendono nuove designazioni da Vigevano e il consiglio generale della Fondazione tornerà ad esaminarle e a votarle ai primi di febbraio. Quindi, da quella data, ed entro otto giorni, andranno indicati anche i tre membri cooptati dal consiglio stesso tra figure di chiara fama. Vigevano così avrà modo di valutare nuovi volti e magari di integrare proprio tra i cooptati una componente femminile.
Resta il fatto che il drappello rosa si riduce al lumicino: c'è solo Laura Iannelli, indicata dalla Provincia di Piacenza, su ventidue presenze. Appare un po' fantascientifico rivedere lo statuto in versione protezionista dell'altra metà del cielo. Ma nel rispondere ai giornalisti, il presidente in odore di riconferma, Giacomo Marazzi, simpaticamente non esclude - nel caso di rinnovo del mandato - un'attenzione al mondo femminile in sede del più ristretto consiglio di amministrazione che proprio il presidente dovrà proporre al consiglio generale. Fra gli attuali sette membri (aumentabili a nove) c'è ampia facoltà di inserimenti femminili, solo due nomi sono infatti confermabili.
«Non abbiamo preclusioni, sono brave le donne come gli uomini e sono d'accordo con una significativa rappresentanza femminile ma per il consiglio generale il problema è di chi designa, non della Fondazione» si limita a commentare Marazzi.
L'esclusione che fa discutere Intanto fa discutere la mancata designazione di Claudia Gnocchi da parte del Comune di Piacenza (vd. articolo a fianco).
Come si spiega tecnicamente, al di là delle polemiche politiche? A quanto si apprende, si è voluto evitare di presentare designazioni che risultassero poi incompatibili.
E il presidente stesso della Fondazione, nell'invitare il sindaco a segnalare le designazioni del Comune per i componenti del consiglio generale, ha richiamato gli articoli 11 (requisiti di professionalità), 25 (incompatibilità) e 27 (onorabilità) dello statuto.
In questo caso specifico è stato valutato proprio l'articolo 25, lettera E, dello statuto della Fondazione, che esclude coloro che ricoprono funzioni di amministrazione e i dipendenti dei soggetti a cui lo statuto attribuisce il potere di designazione dei componenti gli organi della Fondazione. Claudia Gnocchi è dipendente Cisl, organismo che fa parte dell'amministrazione della Camera di Commercio alla quale spetta appunto di designare tre membri nel consiglio generale. E in ciò il Comune ha ravvisato una delle situazioni prefigurate nell'articolo 25, da qui - viene chiarito dagli uffici - la scelta di presentare altre designazioni in linea con i requisiti statutari.

p.s.

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