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Mercoledì 21 Gennaio 2009 - Libertà

Donatori di organi, Sos dell'Aido

Dai 108 del 2004 si è passati ai 64 del 2008. Quasi 14mila invece gli iscritti ai 17 gruppi comunali
Il presidente Ferrari: «Porte chiuse. Difficile fare sensibilizzazione»

Nella provincia di Piacenza calano sempre di più i donatori di organi: dai 108 del 2004 si è passati agli 85 del 2007 e nel 2008 si è scesi a quota 64. Una situazione che fa suonare più di un campanello d'allarme al presidente provinciale Aido, Francesco Ferrari, in carica dal 1995. «Nonostante il nostro impegno, in tutta la provincia soffriamo una continua diminuzione di donatori - ammette Ferrari -. I motivi sono diversi. Riscontriamo difficoltà nelle campagne di sensibilizzazione. Occorre andare tra la gente, ma le persone in salute non sempre sono aperte ad ascoltare argomenti ostici come morte cerebrale o via dicendo. Quando si parla di organi la gente si tiene alla larga». Poi le scuole: «In alcune siamo anche bene accetti come a Castelsangiovanni e Borgonovo, in altre abbiamo avuto problemi ad entrare, come a Pontedellolio e a Vigolzone». L'associazionismo: «Lo scorso anno ho inviato una lettera a quattro o cinque Lions club della provincia. Nessuno ci ha risposto tranne il Soroptimist, dal quale andremo il prossimo 28 gennaio». Allo stato attuale l'Aido conta circa 14mila iscritti in tutta la provincia di Piacenza con 17 gruppi comunali. A Piacenza manca un gruppo locale che si è sciolto tempo fa per mancanza di volontari. Rimane tuttavia il presidio dell'Aido provinciale che ha sede nell'ospedale di Piacenza in via Taverna, 49 (tel. 0523/325.703).
Nel 2008, grazie alla generosità dai piacentini, ben 11 persone sono state salvate da morte certa con tre trapianti di cuore e otto di fegato. Altre 290 oggi conducono una vita migliore grazie a trapianti di reni (36 donatori) e di cornee (124 donatori). Poi valvole cardiache, segmenti ossei, vascolari, cute e via dicendo.
Per ogni donazione multiorgano vengono salvate almeno 6 persone: due da morte certa (cuore e fegato), due non avranno più bisogno di andare in dialisi (due reni), due torneranno a vedere (due cornee). «I trapianti vengono effettuati in simplex - ricorda Ferrari - così che due reni o due cornee servono per quattro persone. Il nostro corpo racchiude un patrimonio grandissimo. Molto spesso, mancando l'informazione e la cultura della donazione, tutto questo viene perduto». Va detto che i dati piacentini sono per difetto - come sottolinea Ferrari - perché Piacenza non ha una neurochirurgia e chi ha bisogno di tale servizio viene portato a Parma, Milano, Pavia e Cremona. A breve partirà una nuova campagna informativa presso i corpi di polizia e l'esercito presenti nel Piacentino. Verranno distribuiti opuscoli freschi di stampa con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. In seconda pagina una frase che dice tutto: "Negare la donazione degli organi di una persona la cui vita è irrimediabilmente compromessa, non aiuta a restituirgliela, ma significa negare l'opportunità di una nuova vita a qualcun'altro".

Federico Frighi

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