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Martedì 9 Novembre 2004 - Libertà

Tarkovskij, una vita riflessa dentro il film "Lo Specchio"

Cineclub 2004 - Oggi alla multisala Iris

Dopo la parentesi chapliniana della scorsa settimana, ritorna il cinema di Tarkovskij all'interno della rassegna d'autore Cineclub 2004, organizzata dalla multisala Iris 2000, coadiuvata dal Comune di Piacenza e dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano. Questa sera, infatti, lo storico cinema piacentino proietterà Lo specchio, opera del 1974, nella sua veste restaurata e nella versione originale sottotitolata. Jurij (Jurij Nazarev), alter ego del regista, separato dalla moglie (Margarita Terechova), ricorda il padre che abbandonò la famiglia tempo prima. Passato e presente si mescolano in un viaggio dal sapore biografico, tra frammenti di cronaca - che riportano alla mente gli anni della guerra e il periodo dello Stalinismo - e interventi surreali (piove continuamente in casa). A commento di questo peregrinaggio dell'anima e della memoria, le poesie scritte dal padre di Andreij, Arsenij Tarkovskij, lette dal regista nella versione originale e da Romolo Valli in quella italiana. Lo specchio è un bilancio di vita dell'autore, giunto a 40 anni, separato dalla moglie e dal figlio, e abbandonato, a suo tempo, dal genitore; bilancio in cui si avvicendano colore e bianco e nero, l'uomo e la natura (frequenti i piani sequenza nei boschi), la Storia e il vissuto personale, l'infanzia e l'età adulta. L'infelicità del padre che ha conosciuto un'esperienza simile alla sua, gli appare perciò speculare alla propria; egli può comprenderla e condividerla, volgendosi nel frattempo alla figura della madre abbandonata che riemerge dal ricordo. Ed è proprio la figura materna ad incarnare il più profondo senso di nostalgia dell'autore, che cerca la sua genitrice negli specchi, di cui l'immaginario del film è disseminato, per un'angosciosa conferma di identità; la trova nelle sembianze della moglie e la perde, seguendo lo stesso destino del padre. Lo specchio non è soltanto lo strumento della rivelazione, o, come suggeriscono certe credenze, il mezzo col quale l'assoluto dimostra l'inconsistenza del reale, cioè della scena riprodotta, ma un moltiplicatore di memoria. Con questa opera Tarkovskij riafferma la sua concezione di cinema, inteso come arte che scandisce il tempo e le coscienze.

Manuel Monteverdi

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