Venerdì 23 Gennaio 2009 - Libertà
Fiorani e la "bella epoque" del giornalismo
L'ex-caposervizio del Corsera oggi in Fondazione con Schiavi, Neri e Lalatta
Torna a Piacenza Adolfo Fiorani, concittadino, per diversi anni caposervizio al "Corriere della Sera". Sarà tra i relatori dell'iniziativa "Parole di carta" o, se vi pare, il giornalismo piacentino negli anni Sessanta e Settanta, questa sera alle 17,30 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Oltre a Fiorani saranno presenti con Giangiacomo Schiavi, Ludovico Lalatta e Vito Neri. Coordinerà l'incontro Stefano Pareti. L'iniziativa è a cura degli Amici del Romagnoli.
Commenta Fiorani: "Prima di essere assunto al 'Corriere' trascorsi vent'anni a 'L'Avanti', dove scrivevo soprattutto di politica e mi occupai del terrorismo, da piazza Fontana al caso Moro. Poi, un amico mi disse se me la sentivo di passare al 'Corriere'. Non ebbi esitazioni, e fino al Duemila quando andai in pensione, mi occupai delle pagine di cronaca. Ho coltivato amicizie sincere, tra cui quella con Ettore Mo".
Fiorani è piacentino autentico, è nato in un cantoncino perpendicolare a corso Vittorio Emanuele, vicolo Fotia: "Di Piacenza ho un ottimo ricordo - dice - è la città in cui sono nato e cresciuto, ho ancora diversi amici. Cominciai a occuparmi di giornalismo scrivendo di hockey su prato per il periodico 'La settimana' diretto dall'amico Guido Fresco. Portavo formazioni e risultati e i migliori in campo. Conobbi Ernesto Prati, mi proposi ma da lui non ebbi risposte definitive in merito a un'assunzione, feci soltanto un mese di sostituzioni estive. Non ho dimenticato le lunghe chiacchierate con Marcello Prati, nel suo piccolo ufficio, un gran bazar nel quale trovavi di tutto: dalle foto più strane a vecchi pezzi di giornale, mentre pensava a nuovi progetti per Libertà».
«Collaborai anche a "Piacenza Sport" - prosegue - a quel tempo diretto da Beppe Recchia. Anni lontani, diversi da oggi, che sprizzavano di umanità e di cortesia antica. Fu interessante l'esperienza al 'Nuovo Giornale' sotto la guida di da don Giuseppe Venturini, una grande persona. Non è un caso che la sua firma sia finita sulle colonne de 'L'Avvenire'. Ebbi modo anche di collaborare con Enio Concarotti al settimanale 'Piacenza Oggi', che usciva il lunedì in alternativa a 'Libertà'. Eravamo tra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta, Nando Boschi era il cronista più conosciuto. Sapeva essere ovunque con la sua Vespa: lo trovavi in ospedale, in Questura, sui campi della provincia. Poi le cose cambiarono, fui assunto a 'La Notte' e approdai alla redazione de 'L'Avanti', dove conobbi Giovanna Martinoli, la mia caposervizio. Fu come una madre". Conclude: In tanti anni ho fatto il mio dovere, niente più. Ho anche collaborato con Enrico Sperzagni, grande conoscitore della lingua piacentina, a 'Cronache Padane'. Se ci penso, mi sembra di aver attraversato più vite".
Mauro Molinaroli