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Sabato 24 Gennaio 2009 - Libertà

Crisi, il "dream team" al lavoro:
«Con la passione per Piacenza»

Chi arriva dagli Usa, chi dall'Ucraina. «Banche vicine alle aziende»

Puntualissimi, come si conviene a manager di questo calibro. Divertiti, nello scoprire di aver frequentato la stessa scuola da piccoli. Orgogliosi di dare una mano a Piacenza, mettendo a disposizione intelligenza e affetto per la propria terra d'origine. La prima riunione top-secret del "dream team", la squadra del sogno come l'abbiamo ribattezzata, fatta di banchieri, dirigenti, uomini d'affari dalla brillante carriera, chiamati ad una consulenza (disinteressata) sulla crisi e sul decollo di Piacenza deve essere andata bene se si è deciso di riconvocarla tra un paio di mesi, anziché i sei preventivati. Lo scetticismo che ha sfiorato l'impresa, giudicandola fumosa o destinata a far un buco nell'acqua, dimentica forse quanta forza di suggestione emerge in questi giorni dall'insediamento di Obama e da quella sanissima "retorica" del richiamo alla responsabilità. In certi momenti, tutto è retorico o forse nulla lo è se dà una carica.
Il sindaco Roberto Reggi è convinto della bontà di un contributo di idee liberamente espresse e di «opportunità da cogliere». Il Comune sta sostenendo tanti progetti infrastrutturali, dalla logistica ai tecnopoli, vuol capire di più: «se è meglio puntare sull'energia o sull'agroalimentare» per far un esempio. E le polemiche su questo team esterno, che Gianni Salerno definisce miracolistico? «Come si fa a rifiutare un contributo generoso? C'è gente arrivata dall'Ucraina, dagli Usa» obietta Reggi. «E Piacenza ha una ricchezza, fatta di persone che lavorano in giro per il mondo, un capitale umano da mettere in circolo» commenta il giovane Carlo Marini (Unicredit).
Il primo tema intorno al tavolo riunitosi a palazzo Rota Pisaroni è lo schiaffo della crisi. «Non ancora evidente in tutta la sua globalità, ma sono opportune delle mosse prima che sia tardi» argomenta Alessandro Bernini (Gruppo Eni).
La riunione è intensa, dura dalle 15.30 alle 19. Poi c'è chi deve ripartire. E' uscita una idea forte per Piacenza? Troppo presto per dirlo. Per Paolo Braghieri (Interbanca): «Il team è stato organizzato molto bene, sono state gettate le basi per approfondimenti e confronti con altre istituzioni». La teoria va tradotta in pratica. Le critiche? «E' sempre interessante aver punti di vista di chi non è dell'ambiente, può nascerne l'idea vincente». E non è una tecnica inventata dal Comune di Piacenza, le aziende più innovative la perseguono. «E' bene fare poche cose - dice - ma al meglio, senza inventarne di nuove».
Spunti, riflessioni di chi conosce la città e «la ama» con passione. «Per tutti un'esperienza interessante e molto divertente, aggiunge Pietro Galizzi (Saipem).
L'assessore Anna Maria Fellegara non nasconde l'emozione. «Mettono a disposizione il proprio tempo, la determinazione, sono persone eccezionali che lo hanno dimostrato nelle competenze ma anche nel voler far qualcosa per noi. Un assessore allo sviluppo economico che non ascoltasse queste persone sarebbe fuori dal tempo». Già tante idee sul tavolo. E tanto il riserbo. «Vogliono più notizie e dati, suggeriscono un monitoraggio costante e propongono di mettere a valore la rete di relazioni, chiedono materiale».
Ettore Gotti Tedeschi (economista) trancia via gli attacchi: «Qualsiasi cosa viene fatta con un po' di competenza, di buona volontà, di entusiasmo, di solidarietà verso chi ha la responsabilità di guidare un Comune merita attenzione, almeno abbiamo tentato di dare un contributo». Per il manager Giampio Bracchi ci sono problemi di fondo su cosa sarà domani Piacenza: «Si ragiona sul futuro, su quali interventi attuare in un momento in cui le aziende hanno bisogno di aiuto finanziario, e serve che le banche del territorio siano attive nel sostegno alle aziende».

Patrizia Soffientini

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