Domenica 25 Gennaio 2009 - Libertà
Aperto lo "scrigno" di Luzzati
Il fantastico connubio tra lo scenografo e Gioco Vita
piacenza - Lo spazio espositivo di Palazzo Farnese si è trasformato in uno, due , tre, ...tanti teatri, quanto la fantasia di piccoli e grandi spettatori possono immaginare, grazie alla mostra Un mondo di figure d'ombra, promossa da Teatro Gioco Vita, con il Municipale e il Comune, all'interno del programma InFormazione teatrale, sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. La mostra, inaugurata ieri, si visita in una sorta di pellegrinaggio al cuore di quella particolare forma di teatro che dal 1978 contraddistingue l'attività della compagnia piacentina diretta da Diego Maj. «Ma Gioco Vita non sarebbe ciò che è ed è stato senza l'incontro con Lele Luzzati» ha detto ieri Maj, evidenziando come la mostra, ideata e progettata da Fabrizio Montecchi e Anusc Castiglioni, sia nata come omaggio al grande artista genovese, nel 2° anniversario della morte, che cadrà domani, e come testimonianza della storia della compagnia. Nell'allestimento curato da Mauro Sanina, si entra subito in tema, attraversando un grande sipario. Di lì in poi è tutto un viaggio interattivo alla scoperta della magìa delle ombre, seguendo cronologicamente le principali tappe della collaborazione tra Luzzati e Gioco Vita. Ci sono i disegni dell'illustratore, scenografo e costumista ligure, famoso anche per i suoi cartoni animati e, a sua volta, dunque affascinato dal linguaggio delle ombre perché gli ricordava l'esperienza cinematografica. Varcando lo squarcio in un telo, si viene introdotti nelle atmosfere orientaleggianti della fiaba Il mostro turchino di Gozzi messa in scena nel 1980, mentre una sequenza di teatrini consente di passare in rassegna altre produzioni del sodalizio: Il Barone di Munchausen (1978, per la regia di Flavio Ambrosini, con musiche originali di Nicola Piovani), le tre regie di Tonino Conte: I tre grassoni (1981) Gilgamesh (1982) e Odissea (1983), fino a La boite à joujoux (1986), diretta da Egisto Marcucci. Le animatrici (Federica Ferrari, Elisa Bersani, Marina Perotti, Althea Tarabini) accompagnano davanti e dietro le quinte, consentendo di capire le leggi che dominano un mondo di strane proporzioni, per cui da un sagoma piccina piccina può generarsi un personaggio gigante, di ombre che si colorano, di sagome fisse capaci di sciogliersi in sinuosi movimenti. Un laboratorio consente di cimentarsi direttamente con la fase della produzione artistica, realizzando sagome e facendole vivere sul palcoscenico, accanto agli illustri esempi originali. Di impatto scenografico anche il capitolo finale, incentrato sull'Odissea con l'imponente sagoma lignea (3 metri per 3) del cavallo di Troia e un maxi schermo dove "naviga" la barca di Ulisse. La mostra - pensata per i giovani, ma a giudicare dalla folla eterogenea al vernissage, avvincente per ogni età - sarà visitabile fino al 13 marzo su prenotazione; da lunedì a venerdì per le scuole; per tutti il 25 febbraio e il 1° marzo, tel. 0523-315578.
Anna Anselmi