Sabato 22 Novembre 2008 - Libertà
«Noi, divise tra due culture»
Benali e Taskin: in lotta contro i pregiudizi sull'Islam
Piacenza - Sono donne bellissime: una bellezza che ha tutto il sapore del coraggio di aver trovato il codice di ingresso per tradurre un'esperienza di vita tormentata in esperienza intellettuale profonda, sincera.
Due giornaliste sono state relatrici dell'ultimo incontro di Donne delle religioni: l'ultimo incontro del terzo capitolo, dedicato a Donne e Islam, ha avuto luogo ieri pomeriggio nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La ricchezza delle argomentazioni, in un'ottica plurale e partecipata, ha confermato il successo della rassegna organizzata dalla Provincia, in collaborazione con il Comune di Piacenza, quello di Fiorenzuola, la Fondazione, la Regione e Telelibertà.
Nacera Benali, giornalista del quotidiano algerino Al Watan, e Yasemin Taskin, del quotidiano turco Sabah, coordinate nell'intervento da Nicoletta Bracchi, si sono raccontate al di fuori dei sensori di quelli che sono i più diffusi stereotipi e le più accese convinzioni su una religione diffusa tra un miliardo e mezzo di persone e che come tale non può essere relegata in categorie fisse.
Sono donne che vivono a Roma da anni e sono quindi esempio vivente del titolo dell'incontro, Donne tra due culture: la Benali, laureata in medicina, ha motivato la sua scelta di giornalista militante (che le è costata in seguito a un reportage su una strage terrorista la condanna a morte poi convertita in carcere nel '93) come volontà precisa di contribuire alla costruzione di una democrazia laica e progressista. «In Italia si sa poco della storia araba, 22 Paesi sono messi nello stesso contenitore senza distinzione. I musulmani sono i primi a condannare Bin Laden, le vittime dell'integralismo sono primi fra tutti gli stessi musulmani: dopo l'11 settembre si è parlato di esportare la democrazia per propaganda ma è arrogante e maldestro voler spezzare equilibri imponendo il proprio modo estraneo e inefficace. Le donne algerine non sono un blocco inespressivo ma stanno compiendo un processo di emancipazione profondo che le ha portate oggi a ricoprire alte cariche anche nel settore giuridico se si pensa che i 2/3 degli avvocati sono donne».
La Taskin ha commentato la questione dibattuta dell'ingresso della Turchia in Europa descrivendo il suo Paese come «accogliente, ospitale, intessuto della cultura mediterranea. Si dibatte oggi di un Islam europeo, ci sono molte strade di dialogo e conciliazione tra le culture. Spesso mi sono sentita trattata come primitiva, senza cultura e civiltà. Una delusione per me: l'unica speranza è la società civile».
Un incontro conclusivo che non è definitivo ma solo un arrivederci dal momento che «a marzo, nel mese della festa della donna, saranno resi noti gli atti dei tre capitoli della rassegna. Un'ulteriore occasione di dialogo dal momento che tra le grandi confessioni monoteiste sono più le uguaglianze delle differenze e solo la conoscenza è antidoto alla paura del diverso» ha commentato a conclusione dell'incontro l'assessore alle pari opportunità della Provincia Paola Gazzolo.
Elisa Malacalza