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Lunedì 8 Novembre 2004 - Libertà

Dino Risi: la vita è una commedia come al cinema

Giovedì a "Testimoni del tempo"

A 87 anni il regista ha ripercorso la sua vita nell'autobiografia "I miei mostri": un libro divertente e commovente

In un mondo che invecchia, come il nostro mondo occidentale, in cui la vita media si allunga e la fertilità si abbassa e in cui il numero dei centenari raddoppia ogni quattro anni, le persone stanno sempre più imparando che per vivere bene anche nella terza età non bisogna innanzitutto far coincidere la vecchiaia con la noia e l'inattività. Un precetto, questo, seguito da molti dei personaggi che sono venuti negli ultimi due anni a Piacenza ospiti di "Testimoni del tempo", chiari esempi di come sia possibile mantenere, anche a una veneranda età, la giovinezza della mente. "Testimoni del tempo", infatti, si propone di offrire al pubblico piacentino la possibilità di confrontarsi con grandi personalità della cultura italiana, e dunque non stupisce che gran parte degli ospiti, venuti a testimoniare la propria esperienza nella vita culturale italiana degli ultimi cinquant'anni, fossero ultrasettantenni o addirittura ultranovantenni, come nel caso del critico e storico dell'arte Gillo Dorfles, classe 1910. Ora, il prossimo incontro di "Testimoni del tempo", previsto per giovedì sera, novant'anni ancora non li ha, ma manca poco, e di cose da raccontare ne ha davvero tante, avendo alle spalle la regia di più di 50 film e una vita che lui stesso giudica "allegramente dissipata e profondamente scorretta". Stiamo parlando di Dino Risi, autore di film che hanno fatto la storia del nostro cinema, come "Poveri ma belli", "Il sorpasso", "Profumo di donna", uno dei padri della commedia all'italiana, che a 87 anni si è seduto davanti alla sua vecchia Lettera 32 per ripercorrere la propria vita e raccoglierne gli aneddoti e gli episodi in una brillante autobiografia da qualche mese uscita in libreria per i tipi di Mondadori con il titolo "I miei mostri". Un libro divertente e commovente, dove convivono la guerra e la follia, Mussolini e le case chiuse, le donne e gli amori, gli amici e la morte, le idiosincrasie e il cinema e del quale, come un film dello stesso Risi, si apprezzano e si godono le belle immagini, la sceneggiatura brillante e il montaggio magistrale. Un libro in cui il regista ha montato le scene della sua esistenza come in una divertente commedia all'italiana: una commedia lunga un secolo che, ambientata su vari set, spazia dalla Milano in guerra alla Roma negli anni '50 e '60 e si allarga via via al mondo intero, portando in scena una carrellata di personaggi che va da Fellini e Strehler fino ad Ava Gardner e Anita Ekberg, passando per Gassman, Sordi e Tognazzi. A un testimone così, tante sono le domande che si vorrebbero fare. Ebbene, giovedì sera ce ne sarà data l'opportunità, in un incontro che si prospetta molto interessante, come del resto sono stati tutti gli appuntamenti di "Testimoni del tempo", l'iniziativa culturale voluta due anni fa dall'assessorato alla cultura del Comune di Piacenza e portata avanti nel corso di questi due anni in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano.

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